02/08/2016, 13.19
俄罗斯 - 梵蒂冈
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谢尔盖·查普宁:二O一六年的俄罗斯东正教会,泛东正教会主教会议(第一部分)

作者 Sergei Chapnin

全世界东正教会主教会议已经一千三百年未曾召开了,计划今年六月举行。基里尔宗主教和巴尔多禄茂一世宗主教、莫斯科和君士坦丁堡的不同。基里尔宗主教与教宗方济各即将在古巴会晤前,俄罗斯教会面临的挑战。莫斯科宗主教公署杂志前主编谢尔盖·查普宁的分析

莫斯科(亚洲新闻)—二月十二日,教宗方济各将在古巴会晤莫斯科宗主教基里尔,这是历史上第一位罗马教宗与一位莫斯科宗主教的历史性会晤。由此,对罗马和俄罗斯而言都是历史性的重大事件。为了更好地理解俄罗斯-东正教会的生活,早在两位领导人会晤的消息宣布前,本社就邀请俄罗斯记者谢尔盖·查普宁撰文分析今年俄罗斯东正教会将要面临的挑战。尽管去年十二月因公开反对莫斯科宗主教公署高层而被免去了莫斯科宗主教公署杂志主编一职,但查普宁仍然密切关注俄罗斯东正教会的发展。在此发表的文章中,在泛东正教会主教会议召开前,他介绍了莫斯科宗主教公署与其它东正教会的关系、俄罗斯的经济危机、宗主教公署与各教区之间关系的反思、信众对教会领导层,确切地说对基里尔宗主教的集权式教会管理失去信心。今年,是基里尔宗主教任职七周年纪念。

            查普宁曾经发表过的分析文章还有《后苏维埃时代的俄罗斯教会》,指出了今天面临着政治、社会乃至信仰挑战的俄罗斯尚未摆脱前苏联的思维方式。他曾负责莫斯科宗主教公署刊物;在二O一四年主管月刊期间掀起一场小革命,首次介绍现代东正教会的建筑艺术等。目前,这也是他正在集中精力研究的。去年十二月,他推出了全面介绍基督信仰文化对俄罗斯现代文化艺术的贡献;在莫斯科卡赞火车站举办了展览,首次将马赛克、雕塑等不同类型的俄罗斯圣艺集中展览。

Le sfide che la Chiesa ortodossa russa ha affrontato negli ultimi mesi, con poca probabilità saranno risolte con successo nel 2016. Queste sfide, a prima vista, sembrano esterne, ma in realtà sono estremamente correlate alle questioni irrisolte del periodo della “rinascita della Chiesa”, questioni che faceva più comodo non risolvere e lasciare accantonate. Alla fine del 2015, inizio del 2016 molte di queste questione sono riemerse.  Tuttavia, il contesto è radicalmente cambiato: il credito di fiducia che aveva la Chiesa in Russia negli anni ’90 e nei primi 2000, oggi è in gran parte esaurito. È diventato più sentito il conflitto con il Patriarcato di Costantinopoli. La crisi economica può seriamente aggravare il conflitto tra le eparchie (diocesi) e l’apparato centrale del Patriarcato di Mosca.

1- Ecclesiologia e diplomazia ecclesiastica

L’evento di cui si parlerà di più nel 2016 può essere il Sinodo panortodosso, che per la prima volta negli ultimi 1.300 anni riunisce i vescovi delle Chiese ortodosse da tutto il mondo. Ho usato non casualmente il verbo “può”: nonostante il fatto che al Sinodo - che sarebbe molto simbolico tenere il giorno di Pentecoste (19 giugno) del 2016 - manchino letteralmente quattro mesi, gli accordi finali non sono stati ancora raggiunti.

E lo stesso svolgimento del Sinodo suscita sentimenti contrastanti. I preparativi al Sinodo con più o meno intensità vanno avanti da quasi 50 anni. Da una parte, il Sinodo può diventare l’evidente, visibile manifestazione di unità e unanimità delle Chiese ortodosse locali, ma dall’altra - come è naturale - alla vigilia del Sinodo si sono esacerbate quelle contraddizioni da secoli accumulate nelle relazioni tra le Chiese. Saranno superate? Se no, allora il Sinodo ha tutte le possibilità di trasformarsi in un incontro per “belle foto di gruppo”.

Lo scetticismo deriva dal fatto che al prossimo Sinodo si intrecciano troppo strettamente le questioni ecclesiologhe e diplomatiche. Il confronto tra il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e quello di Mosca Kirill è il problema più evidente, ma non l’unico. E non si tratta semplicemente del desiderio di misurare forza e autorità. Alla base di questo conflitto vi sono modelli ecclesiologici diversi. Ancora non sono stati pronunciati in modo chiaro, ma le linee generali sono già pianificate. Il Patriarcato di Mosca vede l’imminente Sinodo in modo troppo strumentale. Il patriarca Kirill sta letteralmente combattendo per documenti concreti e insiste per l’approvazione il più veloce possibile di loro bozze, più sono meglio è. Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ritiene che il Sinodo panortodosso non sia una serie di documenti, ma un processo. E qui la cosa più importante è testimoniare la sincerità del proprio desiderio di unità. Il processo sinodale presuppone nuovi incontri al ritmo di cinque, sette o 10 anni, quindi non importa se alcuni documenti non verranno approvati nel 2016. Vi ci si potrà ancora lavorare sopra.

Quale punto di vista vincerà, è difficile da dire. Ma l’approccio strumentale è molto più vulnerabile alla critica. E questa critica, tra l’altro, nella stessa Russia ha un carattere molto forte e apocalittico. Penso che il patriarca Kirill sia costretto, almeno in parte, a tenere in conto le voci che arrivano dal campo di destra, e queste da tempo sostengono che si terrà non un Sinodo panortodosso, ma una “vergogna panortodossa”. In questo campo, le aspettative che verranno prese decisioni eretiche che danneggeranno la “purezza della fede ortodossa” sono estremamente alte.

Il patriarca Kirill ritiene che la rapida pubblicazione di progetti di documenti, che saranno valutati dal Sinodo, lo aiuterà a sbarazzarsi di tali accuse radicali. Ma è probabile che questa critica sia solo un caso particolare di una generale mancanza di fiducia da parte dei gruppi ortodosso-monarchici e ortodosso-patriottici nei confronti della gerarchia ecclesiastica in quanto tale. In questo modo, non si riuscirà a revocare le accuse di eresia, in quanto l’”eresia” dal loro punto di vista è qualsiasi tentativo di formulare e cercare di risolvere qualsiasi problema, legato alla modernità. La loro formula è la seguente: “I santi padri hanno più di una volta detto che tutto ciò di cui ha bisogno l’uomo per la salvezza è stato formulato nei primi sette concili ecumenici e non abbiamo più bisogno di nulla”. In altre parole, non importa cosa avverrà nel Sinodo e quali documenti verranno approvati, questi gruppi condannano lo stesso fatto che si svolga il Sinodo. Il Patriarca Kirill capisce che è inutile polemizzare con chi è ha una tale coscienza mitologizzata? Il discorso sulle sfide del mondo contemporaneo e sullo stile di vita che cambia è improbabile che sia accettato con simpatia dai critici in contumacia del Sinodo.

Un altro aspetto importante è legato a quale posizione prenderanno le altre Chiese locali al Sinodo. Si sa che le Chiese “greche”, anche se non prive di contrasti interni, agiscono sempre insieme. Quale è la situazione alla vigilia del Sinodo tra le Chiese “slave”? La Chiesa russa ha dei veri amici e sostenitori nel confronto con il Fanar? Questa è una grande domanda, e l’equilibrio delle forze non è evidente. A gennaio, il Patriarcato di Costantinopoli ha segnato grande vittoria, agendo come forza riconciliatrice nel prolungato conflitto nell’episcopato della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e di Slovacchia. Il metropolita Rostislav sotto pressione del patriarca Bartolomeo è stato costretto a fare una serie di concessioni che vanno in contrasto con la politica che ha sostento negli ultimi anni il Patriarcato di Mosca. La sua dura presa di posizione si è rivelata controproducente (N.B.: questo articolo è stato scritto quando le decisioni ufficiali della riunione di gennaio tra i rappresentanti delle Chiese locali a Chambésy non erano ancora state pubblicati).

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