Quarant'anni dopo a Colombo non si può ricordare il Black July
di Melani Manel Perera

Disordini provocati dai nazionalisti e cariche della polizia all'evento che voleva ricordare i massacri del 1983 contro i tamil per promuovere l'unità del Paese. I promotori: "Continueremo a resistere e ricordare chi è stato ucciso".


Colombo (Asia News) – La polizia di Colombo ha interrotto domenica 23 luglio le manifestazioni organizzate nel 40° anniversario del luglio nero 1983, le violenze di massa che provocarono centinaia di morti tra i tamil in risposta a un agguato in cui erano morti 13 soldati dello Sri Lanka. L’evento commemorativo organizzato dalla Fratellanza Nord-Sud e dall'Unione della Gioventù Socialista all’insegna dello slogan "Non dividiamoci, voliamo insieme", è stato interrotto da un gruppo di persone che hanno dichiarato di appartenere all'organizzazione razzista "Sihala Ravaya" nei pressi del cimitero di Borella a Colombo. Inoltre a Purahal la polizia in assetto anti-sommossa ha attaccato i manifestanti a Purahala.

Gli organizzatori hanno protestato sostenendo che stavano bloccando il diritto della gente ad esprimere le proprie opinioni e ostacolando l'unità del Paese. L’intento era semplicemente quello di ricordare accendendo delle lampade le persone uccise nel 1983 nel Nord e nel Sud. Ma il "Sihala Ravaya" ha biasimato gli organizzatori: "Programmi di questo tipo, che prendono soldi da organizzazioni non governative, non possono essere approvati".

Da parte sua la polizia, che non ha fatto alcuno sforzo per fermare i rivoltosi venuti a Borella per distruggere il programma pacifico, ha sostenuto che si trattasse di una manifestazione illegale. E anche alcuni attivisti per i diritti umani hanno denunciato di aver subito violenze nelle cariche. “Non si può permettere che in questo Paese si verifichi ancora una volta quanto accaduto nel 1983 - hanno protestato i promotori dell’iniziativa -. Non importa quanti ostacoli dovremo affrontare, noi resisteremo".

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