27/10/2017, 12.10
FILIPPINE
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‘Speranza’ e ‘amore’ nelle carceri sovraffollate di Manila

di Santosh Digal

Il tasso di congestione degli istituti penitenziari è al 583%, il più alto al mondo. Sacerdoti, religiose e laici per l’assistenza psicologica, spirituale e religiosa dei detenuti. Una volontaria: “Lasciate che la luce di Cristo brilli sui di loro attraverso il nostro lavoro”.

Manila (AsiaNews) – Sacerdoti, suore e fedeli cattolici portano “speranza” e “amore” nelle sovraffollate carceri filippine attraverso il loro ministero pastorale. “È una grande gioia vedere che i nostri fratelli dietro le sbarre, nonostante la grande sofferenza, conservano la speranza in Dio. Preghiamo che il nostro Dio della giustizia e della misericordia ci benedica, mentre lavoriamo per una sorta di giustizia che guarisce e riforma, piuttosto di una che umilia la dignità della persona umana”, dichiara ad AsiaNews Elizabeth Cruz, volontaria laica presso il carcere cittadino di Pasay.

Insieme a preti e religiose, da cinque anni Elisabeth Cruz si dedica ad attività e programmi volti all’assistenza psicologica, spirituale e religiosa dei detenuti. “[I carcerati] hanno bisogno delle nostre preghiere, di sostegno e attenzioni. Essi ricercano in Dio una fonte di consolazione, di speranza e di ispirazione”, afferma la volontaria.

A tal proposito, la Commissione episcopale per la cura pastorale nei penitenziari (Cbcp-ecppc) osserva dal 23 al 29 ottobre prossimo la 30ma Settimana di sensibilizzazione sulle carceri, dal tema “Il Tuo amore è la mia Luce e la mia Salvezza” (foto2). Attraverso l’iniziativa, la  Cbcp-ecppc spera di lanciare il messaggio che attraverso l'amore di Dio e la premura dei fedeli, i criminali e coloro che sono privati ​​delle libertà possono riabilitarsi. Questo consentirà loro un'altra possibilità nella vita e diventare membri produttivi della società.

La Commissione accoglie con favore la recente mossa del presidente filippino Rodrigo Duterte per migliorare la situazione dei membri della comunità carceraria. La  Cbcp-ecppc esprime apprezzamento per la sua visita alla prigione del distretto di Manila a Bicutan ed il suo dialogo informale con alcuni dei detenuti, durante il quale ha promesso loro alcune attrezzature ricreative [Tv, ventilatori elettrici, ndr] che in qualche modo possono alleviare la loro miseria durante la detenzione. I vescovi filippini inoltre sollecitano il governo a considerare una priorità assoluta le riforme al sistema giudiziario ed esplorare altri modi di dispensare giustizia oltre la detenzione. Nelle diocesi del Paese, la Cbcp-ecppc ha pianificato diverse attività, preparate dai volontari in servizio nelle prigioni. “Conosciamo i limiti dei membri della comunità carceraria e lavoriamo per il loro benessere. Lasciate che la luce di Cristo brilli su di loro attraverso il nostro lavoro”, ribadisce Elisabeth Cruz.

Nel frattempo, i media filippini riportano che diverse carceri del Paese sono oltremodo sovraffollate, squallide, addirittura disumane. Nell’istituto penitenziario di Quezon (foto1), progettato per una popolazione carcerario di 800 persone, oltre 2.700 detenuti sono costretti ad occupare ogni angolo della struttura. L’Ufficio governativo per la gestione delle prigioni (Bjmp) lo scorso primo luglio ha ammesso che le carceri nazionali sono le più congestionate al mondo. Dai 98mila detenuti di un anno fa, si è ora passati a circa 142mila in sole 466 prigioni, per un tasso di congestione del 583%. Il Bjmp ha affermato che questo dato supera il tasso di congestione del 454% di Haiti, registrato da uno studio dell’Università di Londra nel 2016.

Serafin Barreto, a capo del Bjmp, dichiara che entro la fine del 2017 il numero dei carcerati potrebbe raggiungere quota 200mila, ossia 10 volte in più di quanto le strutture del Paese possano sopportare. Barreto rivela inoltre che l’attuale numero di agenti di polizia penitenziaria non è sufficiente. A fronte di 11mila agenti ad oggi in servizio, il corpo necessita di altre 83unità.

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