08/04/2020, 10.16
VATICANO
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​Papa: Dio non si dimentica di noi, anche in questo momento di dolore

Nel racconto della Passione la risposta alla domanda “che cosa fa Dio” di fronte alla pandemia. “Non dimentichiamo che la croce è la cattedra di Dio. Ci farà bene stare a guardare il Crocifisso in silenzio e vedere chi è il nostro Signore”. “La Pasqua ci dice che Dio può volgere tutto in bene. Che con Lui possiamo davvero confidare che tutto andrà bene”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Il Signore non ci abbandona e non si dimentica di noi, mai”. E “la croce è la cattedra di Dio”. E’ la risposta che papa Francesco ha dato alla domanda “che cosa fa Dio” davanti al dolore che il mondo sta soffrendo a causa della pandemia nel discorso per l’udienza generale di oggi.

Un incontro ancora senza fedeli, svoltosi nella Biblioteca del Palazzo apostolico, alla vigilia del Triduo Pasquale.

“In queste settimane di apprensione per la pandemia che sta facendo soffrire tanto il mondo – ha detto Francesco - tra le tante domande che ci facciamo, possono essercene anche su Dio: che cosa fa davanti al nostro dolore? Dov’è quando va tutto storto? Perché non ci risolve in fretta i problemi? Sono domande che facciamo su Dio”.

“Ci è di aiuto il racconto della Passione di Gesù, che ci accompagna in questi giorni santi. Anche lì, infatti, si addensano tanti interrogativi. La gente, dopo aver accolto Gesù trionfalmente a Gerusalemme, si domandava se avrebbe finalmente liberato il popolo dai suoi nemici (cfr Lc 24,21). Si aspettavano un Messia potente e trionfatore con la spada. Invece ne arriva uno mite e umile di cuore, che chiama alla conversione e alla misericordia. Ed è proprio la folla, che prima l’aveva osannato, a gridare: «Sia crocifisso!» (Mt 27,23). Quelli che lo seguivano, confusi e spaventati, lo abbandonano. Pensavano: se la sorte di Gesù è questa, il Messia non è Lui, perché Dio è forte e invincibile. Ma, se andiamo avanti a leggere il racconto della Passione, troviamo un fatto sorprendente. Quando Gesù muore, il centurione romano, non era credente, era pagano, che lo aveva visto soffrire in croce, che lo aveva sentito perdonare tutti, che aveva toccato con mano il suo amore senza misura, dice: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio» (Mc 15,39). Dice il contrario degli altri. Dice che lì c’è Dio davvero”.

“Possiamo chiederci oggi: qual è il volto vero di Dio? Di solito noi proiettiamo in Lui quello che siamo, alla massima potenza: il nostro successo, il nostro senso di giustizia, e anche il nostro sdegno. Però il Vangelo ci dice che Dio non è così. È diverso e non potevamo conoscerlo con le nostre forze. Per questo si è fatto vicino, ci è venuto incontro e proprio a Pasqua si è rivelato completamente. Dove? Sulla croce. Lì impariamo i tratti del volto di Dio. Non dimentichiamo che la croce è la cattedra di Dio. Ci farà bene stare a guardare il Crocifisso in silenzio e vedere chi è il nostro Signore: è Colui che non punta il dito contro qualcuno, neppure contro coloro che lo stanno crocifiggendo, ma spalanca le braccia a tutti; che non ci schiaccia con la sua gloria, ma si lascia spogliare per noi; che non ci ama a parole, ma ci dà la vita in silenzio; che non ci costringe, ma ci libera; che non ci tratta da estranei, ma prende su di sé il nostro male, i nostri peccati”.

“E questo, per liberarci dai pregiudizi su Dio, guardiamo il Crocifisso. E poi apriamo il Vangelo. In questi giorni di quarantena, a casa, chiusi, facciamo queste cose:  guardiamo il crocifisso e apriamo il Vangelo. Sarà una liturgia domestica”.

“Nel Vangelo leggiamo che, quando la gente va da Gesù per farlo re, ad esempio dopo la moltiplicazione dei pani, Egli se ne va (cfr Gv 6,15). E quando i diavoli vogliono rivelare la sua maestà divina, Egli li mette a tacere (cfr Mc 1,24-25). Perché? Perché Gesù non vuole essere frainteso, non vuole che la gente confonda il Dio vero, che è amore umile, con un dio falso, un dio mondano che dà spettacolo e s’impone con la forza”.

“Invece, quando nel Vangelo viene proclamata solennemente l’identità di Gesù? Quando il centurione dice: ‘Davvero era Figlio di Dio’. Viene detto lì, appena ha dato la vita sulla croce, perché non ci si può più sbagliare: si vede che Dio è onnipotente nell’amore, e non in altro modo. È la sua natura, è fatto così. Egli è l’Amore. Tu potresti obiettare: ‘Che me ne faccio di un Dio così debole? Che muore. Preferirei un dio forte e potente!’. Ma il potere di questo mondo passa, mentre l’amore resta. Solo l’amore custodisce la vita che abbiamo, perché abbraccia le nostre fragilità e le trasforma. È l’amore di Dio che a Pasqua ha guarito il nostro peccato col suo perdono, che ha fatto della morte un passaggio di vita, che ha cambiato la nostra paura in fiducia, la nostra angoscia in speranza”.

“La Pasqua ci dice che Dio può volgere tutto in bene. Che con Lui possiamo davvero confidare che tutto andrà bene. Questa non è un’illusione, perché la morte e risurrezione di Gesù non è illusione. Ecco perché il mattino di Pasqua ci viene detto: «Non abbiate paura!» (cfr Mt 28,5). E le angoscianti domande sul male non svaniscono di colpo, ma trovano nel Risorto il fondamento solido che ci permette di non naufragare”.

“Cari fratelli e sorelle, Gesù ha cambiato la storia facendosi vicino a noi e l’ha resa, per quanto ancora segnata dal male, storia di salvezza. Offrendo la sua vita sulla croce, Gesù ha vinto anche la morte. Dal cuore aperto del Crocifisso, l’amore di Dio raggiunge ognuno di noi. Noi possiamo cambiare le nostre storie avvicinandoci a Lui, accogliendo la salvezza che ci offre. Apriamogli tutto il cuore nella preghiera. In  questa settimana, in questi giorni. Lasciamo che il suo sguardo si posi su di noi. Capiremo che non siamo soli, ma amati, perché il Signore non ci abbandona e non si dimentica di noi, mai”.

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