20/06/2017, 08.59
INDIA-VATICANO
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È morto il card. Ivan Dias, già Prefetto di Propaganda Fide e arcivescovo di Mumbai. Il ricordo del card. Gracias

“Una benedizione per l’India”. E’ stato il primo indiano a ricoprire la carica di Prefetto in Vaticano. Si devono a lui i primi segnali di rapporto con la Cina. Una grande esperienza pastorale e diplomatica. Afflitto da varie malattie, è stato “un martire della missione”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – È morto ieri sera alle 20 a Roma il card. Ivan Dias. Aveva 81 anni. È stato Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (2006-2011) e arcivescovo di Mumbai (1996-2006). Alla sua giovialità e alla sua arte diplomatica si devono alcune aperture del Vaticano verso la Cina e l’inizio dei rapporti fra membri della Segreteria di Stato e l’ambasciata cinese a Roma.

Alla notizia della sua morte, il card. Oswald Gracias, suo successore alla guida della Chiesa di Mumbai, ha detto ad AsiaNews: ““La Chiesa in India ha perso un suo figlio illustre. Il card. Dias ha reso l’India una nazione orgogliosa perché sua eminenza è stato il primo indiano ad essere chiamato in Vaticano a rivestire il ruolo di Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Lui amava l’India e ha lavorato in modo infaticabile per il progresso e lo sviluppo delle persone. La Chiesa in India e specie l’arcidiocesi di Mumbai ha ora un potente intercessore in cielo. L’intercessione del card. Ivan Dias porterà molte grazie per la nostra Chiesa”.

Ivan Dias era nato a Bandra (Mumbai) il 14 aprile del 1936 da una famiglia di cattolici originari di Goa piuttosto benestante, secondo di quattro figli. L’8 dicembre 1958 è stato ordinato sacerdote dell’arcidiocesi e inviato a Roma per studi, dove ha conseguito la laurea in diritto canonico all’Università Lateranense.

“Il card. Ivan – ha ricordato l’arcivescovo – ha sempre avuto coraggio e convinzione e non ha mai oscillato nel suo zelo per Gesù e per la Chiesa. Era una persona mariana e un devoto figlio di Maria, la Madre che egli amava”.

Nel 1964 il card. Dias è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede dapprima come segretario in Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda, Finlandia, Indonesia, Madagascar, Reunion, Comore, Mauritius. Per un certo periodo ha lavorato nella Segreteria di Stato su diversi dossier: Urss, Bielorussia, Ucraina, Polonia, Bulgaria, Cina, Vietnam, Laos,… fino al 1982.

L’8 maggio 1982, il card. Agostino Casaroli lo ha ordinato arcivescovo ed egli ha iniziato la sua carriera di nunzio apostolico in Ghana, Togo, Benin, in Corea del Sud, dove è stato molto amato, e in Albania dove ha dovuto occuparsi della rinascita della Chiesa dopo il dominio maoista.

L’8 novembre 1996 è stato nominato arcivescovo di Mumbai, fino al 2006. Nel 2001 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato cardinale. In questa funzione egli è stato presidente del Sinodo dei vescovi nell’assemblea dell’ottobre 2001, sulla figura e il servizio del vescovo.

Come Prefetto di Propaganda Fide, si ricorda di lui la tenacia e pazienza con cui ha cercato ogni possibilità di rapporto con la Repubblica popolare di Cina, aprendo a una serie di visite e incontri con l’ambasciatore cinese presso l’Italia. Durante il suo mandato, nel 2007, Benedetto XVI ha pubblicato la sua Lettera ai cattolici cinesi.

Afflitto da diverse malattie, nel 2011 si è ritirato a Roma, dove è morto.

Nel suo ricordo confidato ad AsiaNews, il card. Gracias aggiunge: “Il card. Ivan Dias è stato un martire per la missione. Tutti i suoi probemi di salute provenivano dai suoi intensi e molteplici viaggi missionari. Ma lui non si lamentava mai. Sua eminenza ha sopportato le sue malattie e la profonda sofferenza con cristiana fortezza ed eroismo.

Ho perso un amico amorevole, un sostegno e una guida. Solo due giorni fa ho visitato sua eminenza alla clinica e i suoi occhi mi hanno sorriso. Era felice, contento che fossi andato a fargli visita per stare un po’ affianco al suo letto. Questo suo caldo benvenuto riempie il mio cuore di gratitudine”.

“Il card. Dias – ha concluso – aveva un amore speciale per i sacerdoti e si è preso cura tante volte della loro formazione nei seminari. Anche i sacerdoti in pensione avevano un posto speciale nel suo cuore. Egli si è sempre preso cura dei loro bisogni”.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

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