30/01/2019, 08.09
UCRAINA-RUSSIA
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i parrocchiani di Odessa abbandonano Mosca e scelgono Kiev

di Vladimir Rozanskij

La decisione di seguire la nuova Chiesa autocefala avviene dopo discussioni e votazioni nella comunità. Frenano i sacerdoti. Determinanti le ferite della guerra: il figlio di un parrocchiano è prigioniero dei russi. “Non possiamo rimanere in una Chiesa che benedice i cosacchi e quelli che uccidono gli ucraini”.

Odessa (AsiaNews) - I parrocchiani della chiesa di San Demetrio nel villaggio di Puzhajkovo, nei dintorni di Odessa, hanno deciso nei giorni scorsi di abbandonare il Patriarcato di Mosca per aderire alla nuova Chiesa autocefala ucraina. A guidare l’iniziativa è stato uno dei parrocchiani, Viktor Soroka, padre di uno dei marinai arrestati nell’incidente dello stretto di Kerch lo scorso 25 novembre, quando alcune navi ucraine sono state bloccate dai russi. Il figlio di Soroka è tuttora rinchiuso nelle prigioni russe.

Per Viktor, il passaggio della chiesa era diventata una questione d’onore: “Bisogna capire che dopo cinque anni di guerra, noi oggi non possiamo rimanere in una Chiesa che benedice i cosacchi e quelli che uccidono gli ucraini”, ha dichiarato alla stampa. La decisione del cambio di giurisdizione è stata decisa a maggioranza dall’assemblea dei parrocchiani.

Tra i votanti vi era anche Larisa Cheban con tutta la famiglia. “La votazione – ha detto - è stata molto ordinata, abbiamo raccolto le firme e nessuno ha litigato; penso che tutto sia andato molto bene”. Contro il passaggio alla Chiesa autocefala, secondo Larisa, ha votato soltanto un abitante del villaggio, anche se il parroco ha cercato di convincere i presenti a rimanere col patriarcato di Mosca, dicendo che lui comunque non sarebbe passato; “ma lui - ha commentato Larisa - è giovane, non si rende conto di come stanno le cose e di quello che vuole la gente”.

Il prete se n’è andato, e al paese ora aspettano che Kiev mandi un nuovo parroco. La chiesa per prudenza è stata sigillata e non si svolge alcuna cerimonia; il parroco uscente si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Solo il sacrestano Mikhail, unico a votare contro, racconta delle pressioni dei promotori nei confronti dell’assemblea: “E’ avvenuto tutto molto in fretta, nel giro di tre giorni... a prendere l’iniziativa sono stati i parrocchiani più influenti e più ricchi, che si potevano permettere di fare il giro delle case a convincere gli altri, avevano più contatti di tutti. Noi contrari, invece, eravamo poco organizzati”.

Anche altri parrocchiani, che si sono rifiutati di partecipare all’assemblea, sono risentiti con il gruppo dei promotori: “hanno fatto un vero colpo di mano, si sono presi la chiesa senza troppe discussioni”, ha dichiarato Natalia Petrova. Essa non ritiene legittima la nuova Chiesa autocefala, nonostante la concessione del Tomos da Costantinopoli: “Non hanno neanche voluto ascoltare il parroco, gli hanno solo detto di farsi da parte”, si lamenta Natalia.

Il gruppo dei promotori, per rispondere alle accuse, va in giro a mostrare il video dell’assemblea, in cui tutti si sono espressi liberamente e senza pressioni a favore della nuova Chiesa. A loro parere, le pressioni indebite sarebbero quelle tentate senza successo dalla minoranza dei parrocchiani filo-russi. “I preti russi cercano sempre di spaventare la gente, è il loro modo di fare, sanno che qui stanno perdendo il loro potere e le loro chiese”, ammonisce Viktor Soroka.

Secondo Viktor, anche nei quattro villaggi circostanti si sta decidendo di passare sotto l’autorità di Epifanyj di Kiev, e a breve si svolgeranno le rispettive assemblee parrocchiali. La zona di Odessa, grande porto sul Mar Nero immortalato dal famoso film  Corazzata Potemkin, è una delle più interessate dal conflitto con la Russia, ma le discussioni tra i parrocchiani sono ben accese in tutta l’Ucraina.

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