14/12/2005, 00.00
HONG KONG
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Wto in crisi: già si parla di rinvio

Dopo 2 giorni di colloqui, rimangono distanti le posizioni tra Paesi ricchi e in via di sviluppo. Al di là delle affermazioni, mancano proposte concrete. Nuovi scontri tra polizia e dimostranti.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - Nessun progresso nelle prime 2 giornate del 6° meeting dell'Organizzazione mondiale del Commercio (Wto); qualcuno propone già di fissare a breve un altro incontro. Intanto proseguono le proteste di piazza e gli scontri con la polizia.

L'incontro di Hong Kong dovrebbe porre le basi per eliminare entro il 2006 le barriere commerciali in agricoltura, manifatture e servizi. Ma i Paesi in via di sviluppo accusano quelli ricchi (in specie Stati Uniti, Unione Europea e Giappone) di offrire insufficienti tagli ai sussidi per i loro agricoltori o sulle imposte all'importazione nel settore. Il settore agricolo è decisivo per l'economia di centinaia di milioni di persone negli Stati poveri.

Peter Mandelson, Commissario al Commercio dell'Ue, ha detto che non migliorerà l'offerta di diminuire le imposte del 46%, a meno che gli Stati in via di sviluppo non concedano sostanziali riduzioni alle barriere per l'importazione di manifatture e servizi e insiste a non parlare del solo settore agricolo per considerare un accordo globale. Sarà possibile un accordo - dice - "solo se sapremo cosa guadagniamo in cambio di quanto diamo". Robert Portman, delegato Usa, ripete che l'accordo in materia agricola è "centrale" per ogni assetto futuro e invita l'Europa a fare maggiori concessioni, ma gli Stati Uniti sono disposti a eliminare i sussidi agli agricoltori solo dal 2010. Washington già dispera che si raggiunga un accordo e chiede di fissare un altro meeting a breve, "per tenere alta la pressione". "Noi - dice Seiichi Kondo, ambasciatore giapponese per il commercio internazionale - dobbiamo concedere qualcosa ma di certo dobbiamo ricevere qualcosa". In mancanza di un accordo, Stati Uniti e Ue pensano ad ogni modo di offrire maggiori aiuti economici ai Paesi poveri per realizzare infrastrutture.

A margine dei momenti ufficiali, Celso Amorim, ministro brasiliano degli esteri, ha organizzato un incontro di 110 Paesi in via di sviluppo per stabilire una linea comune. "I Paesi poveri - ha ammonito - non possono aspettare altri 20 anni per vedere effettive riforme nel settore agricolo". "Non ci può essere alcun accordo - avverte Kamal Nath, ministro indiano per il Commercio - senza proposte specifiche" e invita l'Ue a presentarle.

Intanto continuano le manifestazioni di piazza dei gruppi contrari al Wto: centinaia di persone da Corea del Sud, Filippine, Indonesia, India e altri Paesi, sono sfilate per la città, si sono fermate davanti ai consolati, con tamburi e striscioni ed effigi dello Zio Sam, del premier giapponese Koizumi, della bandiera dell'Ue: protestano che le Nazioni più potenti e le multinazionali vogliono sfruttare i Paesi piccoli. Uno striscione ammonisce: "Le persone prima dei profitti". Molti indossano una veste rossa con scritto: "Il servizio pubblico non è in vendita". Contestano che un'apertura del mercato dei servizi porterebbe vantaggi agli Stati ricchi, molto più competitivi. Gli agricoltori sud coreani insistono per la tutela della produzione nazionale di riso, con embargo verso l'importazione. Oggi vi sono stati nuovi scontri con la polizia , causati specie dai manifestanti sud coreani. Le forze dell'ordine hanno usato gas urticante, ma non risultano feriti gravi. (PB)

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