Violenze etniche in Myanmar, l’esercito cinese programma esercitazioni lungo i confini
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - L’esercito cinese ha in programma cinque giorni di esercitazioni militari nei territori confinanti con il Myanmar. La conferma arriva dai media ufficiali di Stato, secondo cui le manovre sarebbero una risposta alle crescenti tensioni etniche - spesso sfociate in violenze e battaglie - nella ex Birmania, in particolare nelle zone abitate da minoranze etniche. Negli ultimi mesi decine di migliaia di persone hanno superato i confini per sfuggire ai combattimenti.
Gli scontri fra esercito governativo e milizie ribelli - Kachin nell’omonimo Stato e Kokang, nello Stato Shan - sono sconfinate e hanno interessato anche il territorio cinese. Per rispondere all’emergenza, nel febbraio scorso Naypyidaw ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione Kokang.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di Stato cinese Xinhua, che cita fonti anonime militari, le esercitazioni inizieranno domani e si concentreranno nella provincia dello Yunnan; al momento non si hanno ulteriori dettagli né sulla tipologia di esercitazioni, né sulla natura delle armi utilizzate.
Il mese scorso le autorità locali nel sud-ovest della Cina hanno denunciato il ferimento di cinque persone - un cittadino della zona e quattro di nazionalità birmana - in seguito all’esplosione di due ordigni. In precedenza, a marzo un caccia dell’esercito del Myanmar ha sganciato una bomba in un campo di canna da zucchero uccidendo cinque contadini cinesi e ferendone altri otto.
La risposta di Pechino - infuriata con Naypyidaw per la vicenda - non si è fatta attendere con l’invio di caccia e altri mezzi militari a pattugliare i confini. Il premier cinese Li Keqiang aveva inoltre promesso azioni “risolute” per proteggere i propri cittadini.
Il Myanmar è composto da oltre 135 etnie, che hanno sempre faticato a convivere in maniera pacifica, in particolare con il governo centrale e la sua componente di maggioranza birmana. In passato la giunta militare ha usato il pugno di ferro contro i più riottosi, fra cui i Kachin nell'omonimo territorio a nord, lungo il confine con la Cina, e più di recente con i ribelli Kokang nello Stato Shan, dove il presidente ha dichiarato l’emergenza.
A fine marzo i rappresentanti del governo birmano e dei 16 gruppi ribelli armati del Myanmar hanno sottoscritto la prima bozza per il cessate il fuoco, nel contesto di un piano su scala nazionale per la fine dei conflitti armati nel Paese. Se rispettato, l’accordo raggiunto al Myanmar Peace Centre a Yangon potrebbe scrivere la parola fine a decenni di violenze etniche.
Tuttavia, restano ancora aperte alcune questioni fondamentali per una vera pace nel Paese. Prima fra tutti, la mancanza ai colloqui dei rappresentati della minoranza Kokang, protagonisti dell’ultimo e sanguinoso conflitto in ordine di tempo con l’esercito birmano.
17/04/2015
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