11/09/2014, 00.00
VIETNAM
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Vinh: sacerdoti contro la politica di controllo delle nascite imposta dal governo

A nome di 18mila cattolici della zona, otto preti hanno inviato una lettera di protesta ufficiale alle autorità. Essi denunciano le pesanti sanzioni amministrative, che colpiscono in particolare le famiglie più povere delle campagne. Per chi viola la legge sono previste multe pari a uno stipendio medio mensile.

Vinh (AsiaNews/EdA) - I sacerdoti della diocesi di Vinh, nel nord del Vietnam, teatro in passato di violente persecuzioni anti-cristiane da parte delle autorità comuniste, hanno lanciato da tempo una campagna di denuncia contro la politica di controllo delle nascite voluta dal governo. Hanoi ha promulgato norme di pianificazione famigliare, che "limitano" a due le nascite per ogni famiglia; la legge viene applicata soprattutto nelle campagne, fra le famiglie povere, che in caso di terzo figlio vengono punite con estremo vigore e rigore.   

Contro queste norme vessatorie e a difesa dei diritti umani, lo scorso 25 agosto otto sacerdoti del decanato di Nhân Hoa - diocesi di Vinh - hanno redatto una lettera comune, indirizzandola alle autorità del distretto di Nghi Lôc. A nome di 18mila cattolici della regione, essi hanno protestato in via ufficiale contro la politica di controllo delle nascite; essi hanno denunciato con particolare vigore le sanzioni amministrative, che minano alla radice la loro economia e le possibilità di sopravvivenza. 

Diverse famiglie del distretto mettono al mondo tre figli, e anche di più; secondo i sacerdoti, esse sono vittima di un trattamento discriminatorio intollerabile, dovendo pagare multe fino a 55 euro (quasi un salario medio). A questo, si aggiunge il rifiuto opposto dalle autorità locali a registrarne le nascite nel registro civile. Per questo il gruppo di preti di Vinh ha deciso di scrivere una lettera di protesta, ricordando al governo che il Vietnam ha sottoscritto la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, adottata nel 1989 dalle Nazioni Unite. 

Nei giorni successivi, le autorità del distretto di Nghi Lôc hanno confermato di aver ricevuto la lettera e assicurato al contempo l'apertura di un'inchiesta formale sulla questione. Una risposta che ha deluso i firmatari della mozione, che vogliono precise risposte dai responsabili in merito alle politiche demografiche in atto nel Paese ed eventuali azioni per il controllo delle nascite. 

Le pratiche denunciate dai sacerdoti di Vinh si inseriscono peraltro in un contesto usato da tempo dalle autorità vietnamite, per fermare la crescita demografica di una popolazione che, nel 2014, ha superato i 90 milioni di abitanti. Le norme in vigore oggi in tema di controllo delle nascite risalgono a una ordinanza del 2003 e, in seguito, più volte modificata, in particolare nel 2008. L'obiettivo è quello di impedire alle famiglie di avere più di due figli e punisce in modo pesante le coppie che violano la disposizione. 

 

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