05/07/2010, 00.00
MYANMAR
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Vescovo di Kalay: fermare l’esodo Chin, curando l’ambiente e l’evangelizzazione

Mons. Felix Lian Khen Thang intende mettere al primo posto l’educazione alla fede e l’ecologia per garantire un futuro all’etnia locale e agli altri gruppi. Ai cattolici chiede un impegno missionario e una capacità di dialogo con protestanti e buddisti. Il prelato ha preso possesso della nuova diocesi, eretta da Benedetto XVI il 22 maggio scorso.
Kalay (AsiaNews) – Con entusiasmo e decisione, il nuovo vescovo della nuova diocesi di Kalay, mons. Felix Lian Khen Thang, vuole aiutare gli abitanti di etnia Chin – in maggioranza nel territorio - a rimanervi senza emigrare. In una conversazione con AsiaNews egli sottolinea che per giungere a tale risultato occorre avere cura dell’ambiente (la foresta) in cui vivono i Chin e sostenere l’evangelizzazione con la promozione umana, attraverso progetti nel campo dell’istruzione e delle cooperative.
 
La sede vescovile di Kalay – eretta diocesi da Benedetto XVI il 22 maggio 2010 – si trova nella città di Kalaymyo. Il 29 giugno scorso il prelato, 50 anni, vi ha officiato la messa solenne nella chiesa di Santa Maria, divenuta ora la cattedrale. Alla funzione hanno partecipato due arcivescovi e undici vescovi, insieme a 2mila cattolici e numerosi cristiani di altre confessioni. Durante la cerimonia, i prelati hanno ordinato cinque nuovi sacerdoti.
 
Il vescovo ha sottolineato pure l’importanza di far maturare i cattolici nella loro fede, capaci poi di rapportarsi in dialogo con protestanti e buddisti.
 
Situata nel nord-ovest del Myanmar, nei pressi della frontiera con l’India, la nuova diocesi copre una vasta area del territorio Chin, etnia birmana che forma la maggioranza della popolazione e convertita in massa al cristianesimo: l’80% è di fede protestante, mentre solo il 3,6% è cattolico. Suffraganea della Sede Metropolitana di Mandalay, la sede vescovile di Kalay confina ad est con la diocesi di Myitkyina e a sud con l’arcidiocesi di Mandalay e la diocesi di Hakha.
 
Per mons. Thang “l’abbandono dei villaggi in cerca di fortuna” all’estero o in altre zone del Paese è la piaga più urgente. Per questo, il prelato, anch’egli di etnia Chin, intende salvaguardare l’ambiente e le peculiarità che caratterizzano la sua etnia e gli altri cinque gruppi etnici che vivono nella regione. “Dobbiamo custodire il creato, che è dono di Dio, eliminando il disordine che noi uomini creiamo. In tal modo potremo promuovere la vita dei tribali e sperare in un maggior benessere e qualità di vita”.
 
La diocesi di Kalay comprende 22 parrocchie e circa 50mila fedeli. Al suo interno vi sono 51 sacerdoti, un diacono, 17 religiosi, 43 seminaristi e 120 catechisti. La cura pastorale è affidata a mons. Thang, ordinato sacerdote nel 1990. A Roma, nel 1993, ha ottenuto un dottorato in diritto canonico, formandosi all’interno della diplomazia vaticana. In passato ha ricoperto l’incarico di segretario del nunzio apostolico in Madagascar, Bangladesh e Marocco.
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