23/04/2009, 00.00
INDIA - SRI LANKA
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Vescovo di Chennai: niente può giustificare il massacro in atto nello Sri Lanka

di Nirmala Carvalho
Mons. Chinnappa denuncia l’arrendevolezza della comunità internazionale. La Chiesa dell’India prega per la pace e invoca la soluzione politica del conflitto. “Siamo vicini ai tamil che vivono nello Sri Lanka e a quelli sparsi nel mondo”.
Chennai (AsiaNews) – “È diventata una fossa comune. La guerra che insanguina lo Sri Lanka è un sterminio di massa e niente può giustificare questa opzione militare”. Mons. Malayappan Chinnappa, arcivescovo di Chennai, commenta così ad AsiaNews le notizie che giungono dallo Sri Lanka dove l’esercito ha lanciato un’operazione militare per azzerare la resistenza delle Tigri tamil.
 
In tutto lo Stato indiano del Tamil Nadu si moltiplicano le manifestazioni contro la guerra che sta causando centinaia di migliaia di sfollati e un numero sempre crescente di vittime tra i civili. Uno sciopero generale indetto dal associazioni e gruppi tamil dello Stato registra l’adesione di alcune formazioni politiche locali, tra cui il Dravida Munnetra Kazhagam alleato con il Congress, ma mentre l’India vive la seconda delle cinque tornate per le elezioni nazionali molti partiti preferiscono defilarsi.
 
Il vescovo di Chennai chiede pressioni internazionali sul governo di Colombo e afferma: “I leader mondiali devono utilizzare tutto il loro potere per fermare la guerra non bastano condanne generiche, devono essere prese misure decise all’interno dell’ambito politico per interrompere il conflitto. La storia insegna che l’opzione militare non porta mai alla soluzione, solo negoziati politici e colloqui di pace possono sperare di condurre a risolvere la situazione”.
 
“Siamo vicini ai tamil che vivono nello Sri Lanka e a quelli sparsi nel mondo”, afferma il vescovo. La Chiesa indiana “è affianco a tutte le vittime della guerra con lo spirito, la preghiera e la solidarietà”. “La Chiesa è portatrice di pace e madre di tutti i popoli - aggiunge mons. Chinnappa - poiché tutti siamo figli di Dio. Preghiamo incessantemente per una immediata fine del conflitto e delle sofferenze delle masse nella cosiddetta ‘zona di sicurezza’”.
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