17/11/2014, 00.00
INDONESIA - VATICANO
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Vescovi indonesiani: Evangelii Gaudium, la via per una Chiesa missionaria

di Mathias Hariyadi
La Conferenza episcopale rilancia il cammino pastorale e missionario, sul modello tracciato da Papa Francesco. Multiculturalismo, dialogo interreligioso e impegno verso poveri ed emarginati sono le priorità della Chiesa locale. La speranza di una visita apostolica per la Giornata indonesiana della Gioventù a Manado, nel 2016.

Jakarta (AsiaNews) - Rilanciare il cammino pastorale e missionario, seguendo la via tracciata da papa Francesco nella "Evangelii Gaudium", riscoprendo la gioia che è racchiusa nell'annuncio. E ancora, rafforzare il valore del multiculturalismo, il dialogo interreligioso e le iniziative di amore e carità verso poveri ed emarginati. Sono queste le direttive tracciate dai vescovi indonesiani, a chiusura dell'incontro annuale che si è tenuto nei giorni scorsi a Jakarta. L'esortazione apostolica, pubblicata da Bergoglio nel novembre 2013, sarà anche principio ispiratore della 7ma Giornata asiatica della gioventù, in programma nell'arcidiocesi di Semarang (Java centrale) nel 2017, sul tema: "La Gioia del Vangelo nell'Asia multiculturale". Un aspetto che riguarda tanto il continente, quanto la nazione indonesiana, a lungo esempio di coesistenza pacifica, ma che negli ultimi anni ha registrato un'escalation delle violenze anti-cristiane di movimenti estremisti islamici. 

Nei giorni scorsi una solenne concelebrazione eucaristica, alla presenza dei 37 vescovi e del Nunzio apostolico mons. Antonio Guido Filipazzi, ha chiuso l'annuale incontro della Conferenza episcopale indonesiana. La funzione si è tenuta nella parrocchia del Sacro Cuore a Kemakmuran, West Jakarta, alla presenza di migliaia di fedeli. In precedenza, i prelati avevano promosso una iniziativa per raccogliere fondi da destinare agli studenti dei Seminari minori di tutto il Paese. 

Assieme alla 7ma Giornata asiatica della gioventù, i vescovi hanno anche presentato la Giornata indonesiana della gioventù, in programma nel 2016 nella diocesi di Manado (provincia di North Sulawesi). Questo appuntamento potrebbe essere anche l'occasione per invitare Papa Francesco a visitare l'Indonesia, sebbene finora non vi siano conferme. Anche il nunzio apostolico mantiene un basso profilo, sottolineano che "è solo un'idea" e non vi sono informazioni ufficiali in merito a "una possibile visita". 

Intanto i vescovi indonesiani hanno tracciato le linee guida per la missione futura della Chiesa, in un contesto in rapido cambiamento e costellato di sfide e difficoltà. Partendo proprio dal multiculturalismo, la "vera fonte di benedizione" in una nazione che vanta culture, lingue ed etnie diverse. In una realtà che cambia, affermano i prelati, l'unico punto fermo "resta Gesù Cristo". A questo si aggiunge il richiamo al dialogo interreligioso, che "non si fonda solo sulla tolleranza" ma comprende anche "un vero spirito di accettazione" dell'altro. Infine, l'invito a farsi carico delle sofferenze di poveri ed emarginati, perché "nella Chiesa di Cristo non ci sono stranieri, tutti sono fratelli". 

In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi, soprattutto nelle aree in cui è più radicata la visione estremista dell'islam, come ad Aceh. 

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