25/02/2021, 14.21
INDONESIA
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Vescovi di Papua: oltre l’autonomia, occorrono lavoro e istruzione (VIDEO)

di Mathias Hariyadi

Nel 2021 scade lUU Otsus, la legge speciale sull’autonomia della regione. Nella tre giorni di incontro annuale i prelati hanno approfondito i problemi e le necessità di una terra segnata da violenze e guerriglia indipendentista. Servono pace e dialogo, e  pesa la lotta armata. Il riscatto mediante la scuola (colpita dalla pandemia di Covid) e dalle imprese locali.

Jakarta (AsiaNews) - La legge speciale sull’autonomia della regione (conosciuta come “UU Otsus”), nuove occasioni di lavoro e opportunità di sviluppo, un rafforzamento dell’istruzione che oggi rappresenta una emergenza da affrontare in tutta fretta. Sono i temi al centro dell’incontro annuale, della durata di tre giorni, dei cinque vescovi della regione di Papua, terra nell’estremo settore orientale dell’Indonesia da tempo teatro di una sanguinosa lotta separatista. Nella dichiarazione finale i prelati hanno espresso la speranza di un “futuro migliore” per le popolazioni locali, di una rinnovata armonia per mettere fine alle violenze. 

A Papua vi sono cinque diocesi - Jayapura, Agats, Timika, Manokwari-Sorong e Merauke - sparse nelle due province, West Papua e Papua. Nel documento conclusivo dell’incontro i vescovi hanno lanciato un appello ai vertici di Jakarta e ai capi distrettuali locali, chiedendo di guardare al bene comune della popolazione. La pace, avvertono, può essere raggiunta solo attraverso il dialogo e la fine della lotta armata dei gruppi separatisti. 

La presenza di militari e forze di polizia, avvertono i vescovi, si scontra con la deriva indipendentista dei gruppi armati locali che premono verso "un referendum per l’auto-determinazione”. Rinnoviamo l’invito, aggiungono, “ad un approccio basato sull’amore e la non-violenza” e alla “importanza di un dialogo pacifico”. Invece di discutere sull’ulteriore implementazione della legge speciale sulla autonomia UU Otsus in vigore da 20 anni e che scade nel 2021, l’invito è a “tornare a lavorare uniti”. 

Sulle prospettive di pace pesa ancora oggi la lotta armata, che ha provocato negli anni omicidi extragiudiziali e violenze da entrambe le parti. A soffrire di più è la popolazione civile, costretta a fughe precipitose o a cercare rifugio in luoghi di fortuna, anche all’interno delle chiese. Gli ultimi episodi hanno coinvolto i distretti di Intan Jaya e Nduga, dove un abitante conferma ad AsiaNews che “almeno mille persone hanno lasciato le case in cerca di rifugio nei locali messi a disposizione dalla Chiesa. Essi temono di finire nel fuoco incrociato delle forze armate e dei ribelli separatisti”. 

Per allentare le sofferenze, avvertono i vescovi, è necessario offrire occasioni di sviluppo e riscatto alla popolazione, favorendo la nascita di imprese locali e attività a km zero. “Finora - confermano i prelati - le imprese sono legate a migranti stabiliti a Papua. Ai capi distretto spetta il compito di creare opportunità per i nativi, dando loro le competenze e i mezzi necessari”. 

Un’ultima emergenza è costituita dall’istruzione, che è peggiorata ancora di più nell’ultimo anno a causa della pandemia da nuovo coronavirus che ha impedito a un numero sempre maggiore di studenti di frequentare le lezioni. “Di norma - affermano i vescovi - le assenze sono già molto alte. La pandemia ha peggiorato la situazione [tanto che] l’analfabetismo sta diventando un serio problema. Se le basi delle scuole elementari sono insufficienti, non si può sperare di ottenere qualcosa di meglio dalle superiori o dalle università”. 

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