23/03/2018, 09.00
INDIA
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Uttarakhand, approvata una bozza di legge contro le conversioni forzate

Il “Dharm Swatantrata Adhiniyam” ricalca la legge anti-conversione in vigore in Madhya Pradesh. Nello Stato i cristiani sono lo 0,3% della popolazione. L’obiettivo è “minacciare le minoranze e i dalit”.

Dehradun (AsiaNews) – Il governo nazionalista indù dell’Uttarakhand (India settentrionale) ha approvato una bozza di legge contro le conversioni forzate. Essa esclude il rilascio su cauzione per coloro che vengono accusati di convertire con la forza. In questo modo l’arrestato potrebbe scontare fin da subito una pena che varia da uno a cinque anni di reclusione, oppure fino a due anni di prigione se il convertito appartiene a classi svantaggiate. Ad AsiaNews John Dayal, ex presidente nazionale dell’All India Catholic Union, denuncia: “La decisione di approvare una legge anti-conversione è alimentata dalle politiche settarie del partito al governo”.

La bozza, dal nome “Dharm Swatantrata Adhiniyam”, è stata approvata lo scorso 13 marzo dall’amministrazione guidata da Trivendra Singh Rawat, del Bharatiya Janata Party (Bjp). L’obiettivo del governo è criminalizzare ogni tentativo di conversione attraverso la promessa di denaro e l’inganno. Essa prevede che nel caso in cui un individuo voglia cambiare la propria fede, deve farne richiesta almeno un mese prima al giudice distrettuale. Anche i raduni religiosi dovranno essere notificati alle autorità.

La legislazione ricalca quella già presente in Madhya Pradesh, criticata dai cristiani come provvedimento che vuole perseguitare tutti coloro che decidono di abbracciare una religione diversa dall’induismo. Secondo Dayal, “nello Stato dell’Uttarakhand non esistono conversioni forzate o fraudolente. I cristiani sono una minoranza microscopica. Per questo l’unica spiegazione è il tentativo di minacciare le minoranze religiose o limitare la libertà di culto dei dalit e delle caste svantaggiate, i cui diritti sono già schiacciati dalle caste elevate che dominano la politica statale”.

I dati dell’ultimo censimento sulle religioni del 2011 riportano che nello Stato l’82,9% della popolazione professa l’induismo, il 13,9% l’islam e solo lo 0,3% il cristianesimo. Mons. John Vadakel, vescovo di Bijnor, afferma che in Uttarakhand “la Chiesa è libera di praticare la propria fede, predicare e onorare il Vangelo. Non c’è intolleranza nei confronti della fede cristiana. L’amministrazione e i funzionari di governo hanno relazioni buone e cordiali [con i cristiani]”.

Dayal concorda con le parole del vescovo e commenta: “Proprio per questo non si capisce il motivo del voler fare pressione in favore di questa nuova legge che criminalizza un diritto garantito dalla Costituzione, cioè professare e cambiare liberamente religione”. “Dobbiamo ricordare – conclude – che il Bjp è arrivato al governo con una piattaforma politica settaria. La bozza potrebbe essere tramutata in legge entro la fine dell’anno. Se così dovesse essere, la sfideremo nei tribunali e presso l’opinione pubblica”.

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