23/07/2018, 08.52
INDIA
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Uttar Pradesh, picchiati un pastore cristiano e il figlio. Avevano scacciato un cane randagio dalla chiesa

di Nirmala Carvalho

L’incidente è avvenuto nel villaggio di Meerut. A scatenare la violenza, un diverbio dopo la morte di tre giovani che pulivano la cisterna in un mattatoio. Leader cristiano: “Preghiamo per i giovani deceduti e le famiglie. Ma l’attacco è solo l’ennesimo incidente contro i cristiani nello Stato”.

Mumbai (AsiaNews) – Un pastore cristiano pentecostale dell’Uttar Pradesh e suo figlio sono stati picchiati in maniera selvaggia da una folla inferocita di radicali indù “travestiti” da amanti degli animali. I cristiani sono stati colpiti per aver scacciato un cane randagio dall’ingresso di una chiesa. Questo ha scatenato la reazione violenta di circa 30 persone aizzate da un animalista.

L’incidente, seppur in apparenza un semplice dissidio locale, è sintomo di un clima di crescente intolleranza nei confronti della minoranza cristiana nello Stato indiano e, più in generale, in tutta l’Unione. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), lamenta: “In Uttar Pradesh non accenna a fermarsi l’intimidazione nei confronti dei cristiani vulnerabili”.

Il fatto è accaduto nel villaggio di Meerut e riportato dal quotidiano online Times of India. Il diverbio tra l’amante degli animali e i due protestanti è avvenuto il 19 luglio, mentre l’aggressione si è consumata il giorno successivo. Secondo il rev. Sumer Samuel, 46 anni, la questione del cane “era solo una scusa. I maltrattamenti nei nostri confronti continuano in un modo o nell’altro. L’incidente è avvenuto giovedì [19 luglio] quando sono andato a fare visita alle famiglie di tre giovani deceduti mentre ripulivano la cisterna di un mattatoio nelle vicinanze”. Il pastore continua il racconto e sostiene che “Suresh Kumar, abitante del villaggio, ha iniziato a litigare con il mio figlio maggiore Abhinav perché egli voleva che il cane uscisse dalla chiesa. L’attacco vero e proprio è avvenuto venerdì mattina [20 luglio] quando circa 30 persone, di ritorno dalla cerimonia di cremazione dei tre ragazzi, sono entrati nella nostra casa e hanno aggredito me e mia moglie e malmenato mio figlio”.

Secondo un abitante del villaggio che chiede l’anonimato, la versione dei fatti sarebbe diversa. “Il figlio grande del pastore – ha dichiarato al Times of India – ha utilizzato parole inappropriate contro le nostre divinità. Questo ha portato alla situazione esplosiva. La vicenda del cane era stata già appianata il giorno prima”. Per Sajan K George, “il sentimento degli abitanti locali era ben comprensibile, dopo la morte dei tre giovani tutti 20enni a causa dell’inalazione di gas velenosi. Ma l’incidente dimostra solo che la comunità cristiana pentecostale è un facile obiettivo per chiunque voglia sfogare la propria frustrazione e lancia accuse infondate”. Poi afferma in conclusione: “In Gcic esprime le proprie condoglianze per la morte dei ragazzi e prega per il sollievo e la consolazione delle loro famiglie. Ma l’attacco contro il pastore e suo figlio altro non è che l’ennesimo incidente contro i cristiani dell’Uttar Pradesh”.

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