13/10/2017, 15.35
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Usa e Israele via dall’Unesco. Domina la dottrina di Trump

Trump si distanzia sempre più dai simboli del multilateralismo. Dal 2011 gli Stati Uniti avevano tagliato i finanziamenti, corrispondenti al 22% del budget totale. All’Unesco si vota oggi il nuovo direttore generale: Egitto e Qatar in competizione.

Parigi (AsiaNews/Agenzie) – Stati Uniti e Israele ritireranno la loro partecipazione all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco). Annunciata ieri, la decisione segue anni di controversie iniziate dall’accettazione della Palestina come Stato membro nel 2011.

Da allora, gli Usa si sono rifiutati di pagare la propria parte di finanziamenti all’agenzia, per il 22% del budget totale. Al presente, gli arretrati ammontano a più di 500 milioni di dollari americani.

Il ritiro degli Stati Uniti diverrà effettivo dalla fine del 2018, quando Washington stabilirà una missione osservatrice permanente. Alla comunicazione del Dipartimento di Stato è seguito il tweet del premier israeliano Benjamin Netanyahu, dove annuncia l’intenzione a seguire l’esempio americano.

Washington spiega la decisione sottolineando il pregiudizio “anti-Israele” dell’agenzia, le cui decisioni hanno in passato provocato il malcontento israeliano. Una delle più recenti è la dichiarazione  che definisce la “Tomba dei Patriarchi” (moschea al-Haram al-Ibrahim per i musulmani) di Hebron un patrimonio mondiale “palestinese”. In realtà, secondo lo statista israeliano Uri Avnery la definizione è stata travisata, perché riferita non alla proprietà del sito, ma alla sua posizione geografica.

L’uscita degli Usa dall’Unesco rientra in quella che il presidente dell’organizzazione Council on Foreign Relations, Richard Haas, ha definito “la dottrina del ritiro” del presidente americano Donald Trump. Egli si distanzia sempre di più dai simboli del multilateralismo: oltre a ritirare gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi contro il riscaldamento globale e da un accordo di libero scambio con i Paesi dell’oceano Pacifico, ora minaccia l’accordo nucleare con l’Iran. Nelle prossime ore dovrebbe pronunciarsi in merito alle future politiche americane verso la Repubblica Islamica.

Intanto, all’Unesco approda la crisi diplomatica che da mesi affligge il mondo arabo e il Golfo: Egitto e Qatar, insieme ad altri quattro candidati, si sono contesi quest’oggi la direzione dell’agenzia.  Ieri la Cina ha ritirato il proprio candidato, dando appoggio a quello egiziano. Questa sera ci sarà l’ultima votazione che vede come oppositori la candidata francese e quello del Qatar.

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