19/06/2024, 14.29
FILIPPINE - ASIA - VATICANO
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Universitari dell’Asia-Pacifico con papa Francesco per ‘costruire ponti’ di dialogo

di Santosh Digal

Domani studenti di atenei cattolici della regione incontreranno “virtualmente” il pontefice nell’ambito delle iniziative promosse da “The Building Bridges Initiative”. Al centro temi e problematiche riguardanti la spiritualità e questioni sociali. Card. de Mendonça: ai giovani il compito di avvicinare “realtà all’apparenza distanti e diverse fra loro”.

 

Manila (AsiaNews) - Domani studenti universitari da tutta l’Asia-Pacifico incontreranno “virtualmente” papa Francesco, per un dialogo incentrato su iniziative e opere finalizzati alla “costruzione di ponti” fra popoli e culture diverse. All’evento parteciperanno giovani dell’ateneo gesuita Manila University in rappresentanza delle Filippine; a questi si aggiungono l’Australian Catholic University (Brisbane, Australia), Fu Jen Catholic University (Taipei, Taiwan), Sogang University (Seoul, Corea del sud), Sophia University (Tokyo, Giappone), Universitas Sanata Dharma (Yogyakarta, Indonesia). Molti fra questi, come l’università filippina, fanno riferimento all’ordine dei gesuiti.

All’incontro di domani promosso da “The Building Bridges Initiative” si potrà assistere cliccando sul link www.luc.edu/buildingbridges/acrossasiapacific.

Circa il 9% dei cristiani di tutto il mondo risiede nell’Asia-Pacifico, geograficamente grande e religiosamente varia. Nell’area i cristiani rappresentano perlopiù una piccola minoranza (1% in Thailandia e Giappone) ad eccezione di Filippine e Papua Nuova Guinea in cui essi sono una considerevole maggioranza (85% e 97% rispettivamente). L’ineguale distribuzione della popolazione cristiana e la religione professata in un quadro regionale così vario contribuiscono a rendere incredibilmente diverse le esperienze di fede dei giovani. 

I professori assistono gli studenti in 12 gruppi di lavoro, collaborando con partner universitari della regione Asia-Pacifico. Questi gruppi di studenti provengono da diversi Paesi come Australia, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Malaysia, Indonesia, Timor Est, Papua Nuova Guinea e Filippine. Al programma partecipano ragazzi e ragazze iscritte a facoltà diverse come informatica, chimica, filosofia, teologia, psicologia, economia, fisica e legge. In particolare, cinque studenti di cinque diverse università gestite dai gesuiti - Manila, Naga, Davao, Zamboanga e Cagayan de Oro - si sono riuniti e hanno discusso temi e problematiche riguardanti la spiritualità e questioni sociali, in previsione del ”summit” virtuale col papa il 20 giugno. 

L’incontro è parte delle iniziative promosse nell’ambito della “Building Bridges Initiative” (Bbi): un progetto lanciato dalla Loyola University Chicago (Luc, gesuiti) in collaborazione con la Pontificia Commissione per l’America Latina e il Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione, che ha tratto ispirazione dall’invito alla “sinodalità” rivolto da papa Francesco.

In un messaggio inviato agli studenti partecipanti alla vigilia dell’incontro il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, sottolinea che la loro presenza e la loro funzione è quella di costruire ponti, con un riferimento al nome stesso dell’iniziativa. Inoltre, nella prospettiva dell’appuntamento di domani e guardando alla filosofia che lo ispira, i giovani devono sempre più essere “elemento di dialogo, di conoscenza reciproca, avvicinando realtà all’apparenza distanti e diverse fra loro”.

Gli incontri “faccia a faccia o virtuali sono momenti preziosi per costruire ponti - quando ancora non esistono - o per rafforzare i ponti - quando, esistendo, si sente il bisogno di rafforzarli” ha spiegato il porporato. A maggior ragione quello con il pontefice “diventare un ponte. Ritengo - prosegue il card. de Mendonça - che questa sia la cosa più importante e la più difficile”.  “Essere disponibili per gli altri - avverte - richiede di superare un atteggiamento auto-referenziale, di misurare l’eccessiva comunicazione attraverso i social network, di accogliere il fratello al nostro fianco e di aprire l’orizzonte”. “Vi invito infine, giovani, a sperimentare - conclude il messaggio del prefetto - la gioia di costruire ponti qui e ora, soprattutto in luoghi dove Cristo e il suo messaggio sono ancora praticamente sconosciuti”.

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