13/10/2008, 00.00
PAKISTAN
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Un cristiano e la figlia arrestati e quasi linciati per blasfemia

di Qaiser Felix
Vicino Faisalabad, qualcuno dice che la ragazza ha strappato pagine del Corano, ma le versioni sono discordi. Aumenta l’intolleranza, mentre parlamentari parlano di “accuse inventate” per perseguitare i cristiani.

Chak Jhumra (AsiaNews) – Il cristiano Gulsher Masih e la figlia Sandal sono stati arrestati per blasfemia (art. 295 B del codice penale) per avere strappato pagine del Corano, il 9 ottobre nel villaggio di Tehsil Chak Jhumra, distretto di Faisalabad. E hanno anche rischiato il linciaggio.

Alcuni islamici dicono che, passando davanti la casa dei Gulsher, hanno visto la figlia Sandal strappare pagine del Corano e gettarle in strada, insieme al padre Masih. La storia è stata poi raccontata nelle moschee del villaggio, e subito la sera del 9 ottobre una folla inferocita di musulmani ha marciato per il villaggio, chiedendo a gran voce la morte dei blasfemi. Tra loro c’era persino gente di villaggi vicini, come il viceispettore Faryad spiega ad AsiaNews. Arrivati alla loro casa, hanno iniziato a lanciarci pietre contro e a colpire con bastoni porte e finestre (nella foto), hanno pure lanciato sassi contro una vicina chiesa protestante.

La polizia ha arrestato l’intera famiglia “per la loro stessa sicurezza” – prosegue Faryad. “Interi pulmini carichi di islamici hanno marciato sul villaggio, ma la polizia non li ha fatti entrare”.

Il cristiano Ayub Khawar racconta ad AsiaNews che la folla urlava di aggredire le case cristiane e lui, terrorizzato, è corso a casa, ha spento ogni luce e ammonito la famiglia di stare in totale silenzio e al buio.

E’ critico Shahbaz Bhatti, parlamentare e presidente dell’Alleanza delle minoranze di tutto il Pakistan (Apma), che dice ad AsiaNews che l’accusa è del tutto inventata. “Non ci sono prove – dice – né indagini della polizia”, ma spesso l’accusa di blasfemia è usata per colpire i cristiani: appena qualche giorno prima la famiglia Gulsher aveva avuto un litigio pubblico con islamici.

L’Apma ha ottenuto la custodia degli altri membri della famiglia, non accusati di blasfemia, e li ha nascosti in un luogo sicuro e Bhatti assicura “la piena assistenza legale e finanziaria della famiglia. I nostri avvocati chiederanno subito il rilascio su cauzione”.

AsiaNews è stata al villaggio il 10 ottobre, ha parlato con vari islamici e ha visto che ci sono versioni diverse circa l’affermata blasfemia. Ghulam Ghaus dice che tre bambini cristiani di 10-12 anni, tra cui un figlio di Gulsher, hanno rubato un Corano da una moschea del villaggio e strappato le pagine per giocarci, lasciandole poi in terra, dove sono state trovate. Qualcuno ha accusato Sandal e la voce si è sparsa.

Master Kamal, insegnante di una scuola elementare cristiana, dice che Sandal ha trovato le pagine strappate tra i rifiuti in strada, le ha raccolte e date a una donna islamica, che invece l’ha accusata.

Lo stesso 9 ottobre un’accusa analoga di sacrilegio contro il Corano ha colpito l’islamico Rehmat Ali, a Faisalabad. Un passante ha visto Rehmat, che ha problemi mentali, gettarne pagine dentro l’acqua di scolo e ha chiamato i passanti. Lo hanno preso e malmenato, finché è arrivata la polizia che l’ha arrestato. La folla è poi sfilata per le vie, chiedendo la morte, e ha persino assalito la stazione di polizia di Batala Colony chiedendo la consegna del blasfemo per ucciderlo subito. La polizia ha caricato con bastoni e lanciato gas lacrimogeno.

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