10/07/2017, 15.21
INDIA
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Un copyright per il sari bianco e blu di Madre Teresa

di Nirmala Carvalho

Il marchio è stato registrato nel giorno della canonizzazione della “Madre dei poveri”. Le pratiche di registrazione erano iniziate nel 2013. L’abito è simbolo di pace e carità in tutto il mondo. “La croce, cucita sulla spalla sinistra, significa che Gesù sulla croce è la chiave del cuore delle Missionarie della Carità”.

New Delhi (AsiaNews) – Il sari bianco con il bordo blu, abito delle suore di Madre Teresa, è ora un marchio registrato. La tipica veste indiana, che le Missionarie della Carità hanno adottato in ogni parte del mondo dal 1950, ha ottenuto il riconoscimento della “proprietà intellettuale” da parte della congregazione fondata dalla santa di Calcutta. Biswajit Sarkar, rappresentante legale, ha riferito che il “Trade Marks Registry del governo dell’India ha permesso la registrazione del copyright”.

L’avvocato ha spiegato che le pratiche per il riconoscimento sono iniziate nel 2013. Dopo “un rigido esame delle procedure legali”, esso è stato accordato in concomitanza con la canonizzazione della “Madre dei poveri”, avvenuta il 4 settembre 2016 in Vaticano. Sarkar ha riportato che le Missionarie non amano “la pubblicità e per questo non avevano reso pubblica la notizia. Ma dal momento che stiamo assistendo ad un uso improprio e senza scrupoli [dell’abito] in molte parti del mondo, ora vogliamo far sapere alle persone che il marchio è registrato”.

Sul sito internet della Congregazione appare la spiegazione dell’origine dell’abito. Suor Gertrude, la seconda suora ad un unirsi alle Missionarie, ha raccontato che Madre Teresa ha indossato il sari bianco e blu per la prima volta nel 1948 e con quell’abito “si è avventurata per le strade di Calcutta”. Dal 1950, esso è diventato elemento identificativo di tutte le consorelle ed è “riconosciuto come simbolo di pace e carità in tutto il mondo”.

“La Madre – ha detto – ha selezionato il bordo blu, perché lo associamo al colore blu degli occhi di Maria. Esso significa purezza. Inoltre in quel periodo le donne che spazzavano le strade erano solite usare un sari simile. Perciò la Madre lo ha adottato come abito religioso che ha una doppia valenza, pratica e simbolica – esso non solo ci aiuta a identificarci con i poveri, ma è anche adatto al clima di Calcutta”. La suora continua nel riferire che quando nel 1958 “le Missionarie della Carità hanno aperto una casa per i lebbrosi [Gandhiji Prem Niwas , ndr] a Titagarh e hanno scoperto che tanti di loro non avevano un lavoro, esse hanno comprato un telaio e chiesto ai malati di confezionare i sari per le suore”. Da quel momento la tradizione ha preso avvio, e oggi la casa per i lebbrosi tesse circa 4mila sari all’anno, che distribuisce alle suore in tutto il mondo.

Le strisce blu, ha continuato sr. Gertrude, “hanno un significato speciale. Il colore bianco del sari sta per verità e purezza, mentre le tre strisce blu simboleggiano i tre voti dell’ordine: il primo rappresenta la povertà, il secondo l’obbedienza e il terzo il voto di castità e di servizio sincero e libero ai più poveri tra i poveri. La croce, cucita sulla spalla sinistra, significa che Gesù sulla croce è la chiave del cuore delle Missionarie della Carità”. A differenza delle religiose consacrate, l’abito delle novizie non ha le strisce blu. Dopo i quattro anni di formazione, “sono pronte a ricevere il sari a strisce blu della Congregazione”. Nel segno della povertà, ogni suora possiede solo tre sari.

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