27/04/2011, 00.00
GIAPPONE
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Tsunami, dopo le lacrime la popolazione inizia una nuova storia, grazie alla solidarietà

di David Uribe
Nelle aree terremotate si diffondono i centri di aiuto, attraverso il lavoro di volontari da tutto il Giappone. Riaperte le principali vie di comunicazione con Tokyo. A Pasqua il cancelliere della diocesi di Sendai ricorda gli aiuti e la vicinanza dei cattolici alle vittime della tragedia.

Tokyo (AsiaNews) – “La solidarietà nata fra i giapponesi dopo lo tsunami ha trasformato una storia cominciata con pianto e tristezza in un nuovo inizio che comunica un messaggio di gioia”. È quanto afferma p. Pietro Komatsu, cancelliere della diocesi di Sendai, nella lettera di Pasqua inviata a tutti i cattolici colpiti dallo tsunami.

“Dopo lo tsunami – racconta p. Komatsu – in nessun luogo si potevano vedere i segni di una qualche speranza. Ma proprio in quel momento il telefono ha iniziato a squillare e per noi è iniziato un nuovo capittolo”. Il sacerdote spiega che ogni giorno decine di persone da tutto il Giappone chiamano offrendo aiuto e vicinanza alle vittime.

Il sacerdote sottolinea che grazie ai volontari provenienti da tutto il Giappone l’opera di carità iniziata lo scorso 11 marzo a Sendai si è diffusa nelle prefetture di Aomori, Iwate, Miyagi, Fukushima e sta collegando via via le parrocchie ancora isolate.

Gli sforzi congiunti di volontari cattolici, protezione civile e militari hanno permesso anche il ripristino delle statali 4, 6 e 45 che uniscono la capitale con le aree terremotate. Ciò ha consentito ai sacerdoti e laici cattolici delle parrocchie più lontane di partecipare alle celebrazioni delle Settimana santa organizzate dalla cattedrale di Sendai. Durante la messa crismale, celebrata lo scorso 20 aprile, mons. Martin Hiraga, vescovo di Sendai, ha invitato ciascun sacerdote ad essere fedele a Gesù, sopratutto nel particolare momento di dolore, che sta sperimentando la popolazione della diocesi.

In occasione del Venerdì Santo, tutte le parrocchie cattoliche del Giappone hanno recitato una comune preghiera per le vittime di sisma, tsunami e fuga riadioattiva, chiedendo a Dio di dare speranza ai sopravissuti per ricominciare una nuova vita.     

 

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