27/05/2019, 08.54
NEPAL
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Tre bombe esplodono a Kathmandu: 4 morti. Sospetti sui maoisti

Gli ordigni erano piazzati in tre quartieri a grande distanza. Sul luogo della prima esplosione gli estremisti avrebbero lasciato un volantino con la loro firma. Nel 2006 è stato firmato l’accordo di pace tra ribelli maoisti e forze di sicurezza.

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – Almeno quattro persone sono rimaste uccise e altre sette ferite in tre esplosioni separate che hanno scosso la capitale del Nepal. Le detonazioni sono avvenute ieri in tre quartieri di Kathmandu a diversa distanza l’uno dall’altro. Anche se finora nessuno ha rivendicato le bombe, gli inquirenti sospettano che dietro le violenze ci sia la mano dei maoisti, rimasti finora per lo più silenti dopo la fine della guerra civile.

Le esplosioni di ieri rappresentano una nuova fonte di preoccupazione nel subcontinente indiano, segnato lo scorso mese dalle stragi in Sri Lanka avvenute il giorno di Pasqua. Shyam Lal Gyawali, funzionario di polizia, riporta che tre persone sono morte sul colpo, mentre la quarta vittima è deceduta durante il trasporto in ospedale.

Stando ai testimoni, la prima esplosione è avvenuta all’interno di una casa nell’area residenziale di Ghattekulo, nel cuore di Kathmandu, e ha ucciso una persona. La seconda bomba è stata piazzata in un salone per parrucchieri a Sukedhara, periferia nord-est, provocando il decesso di tre persone. Il terzo ordigno rudimentale è detonato vicino un mattonificio nell’area di Thankot, provocando il ferimento di due sospetti complici che stavano trasportando la bomba.

La polizia fa sapere che nel luogo della prima esplosione è stato ritrovato un volantino che porterebbe la firma del gruppo maoista autore degli incidenti. Il Paese himalayano è stato segnato da una cruenta guerra civile tra ribelli maoisti e forze di sicurezza (1996-2006), terminata con un accordo di pace (il Comprehensive Peace Agreement) firmato davanti alle Nazioni Unite. Nel 2008 quell’accordo ha portato all’abolizione della monarchia assoluta indù dopo 240 anni di regno e alla creazione di una democrazia laica. Nel 2015 è stata approvata la prima Costituzione laica, che tuttavia non ha moderato i conflitti tra i partiti e l’elevata corruzione che caratterizza la politica.

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