02/08/2019, 08.24
UCRAINA-RUSSIA
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Tre Chiese ortodosse: senza incidenti le feste per il battesimo della Rus’

di Vladimir Rozanskij

Nello stesso territorio si sono confrontate la Chiesa legata a Mosca, quella autocefala di Epifanyj e quella del patriarcato non canonico di Filaret. Pompose le celebrazioni dei filo-russi, che hanno radunato circa 300mila fedeli. Esposizione di icone miracolose e reliquie. Epifanyj desidera offrire un “vicariato rumeno” nella Bucovina. Si attende il riconoscimento della Chiesa autocefala da greci e rumeni. Fuori legge il patriarcato di Filaret.

Kiev (AsiaNews) - La memoria del Battesimo della Rus’, che cade il 28 luglio, nella capitale ucraina viene celebrata per tutta una settimana con diverse manifestazioni Nonostante le preoccupazioni e le minacce reciproche fra le Chiese, i festeggiamenti si sono conclusi senza incidenti. Quest’anno si sono infatti confrontate tre diverse giurisdizioni della Chiesa ortodossa: quella di Mosca del metropolita Onufryj (Berezovskij), quella della nuova Chiesa autocefala del metropolita Epifanyj (Dumenko) e quella del patriarcato non canonico di Kiev, guidato dallo scismatico 92enne Filaret (Denisenko).

I filo-russi hanno sfilato intorno alla collina di Kiev sopra il fiume Dnepr il 27 luglio, i seguaci di Epifanyj si sono radunati il giorno successivo, mentre il gruppo dei “patriarcali” si è limitato a una processione intorno alla cattedrale di Santa Sofia. Nonostante la grande affluenza di folla, soprattutto al primo corteo, e la grande confusione dovuta alla totale assenza di servizi d’ordine, il tutto si è svolto in tono sorprendentemente tranquillo. Gli anni scorsi la tensione era invece piuttosto alta, soprattutto nel 2018, anno del Tomos costantinopolitano che ha suscitato il grande scisma tra Mosca, Kiev e Costantinopoli.

Quest’anno invece, per volontà del metropolita Onufryj, i fedeli legati al patriarcato di Mosca hanno evitato i toni vittimisti, confidando nel nuovo clima creatosi dopo le elezioni del presidente Volodymyr Zelensky e della nuova Rada, il parlamento statale, che hanno notevolmente attenuato i toni bellicosi anti-russi della precedente presidenza di Petro Poroshenko. I filo-russi hanno piuttosto aumentato la pomposità delle celebrazioni, per dare l’immagine della propria “superiorità” numerica e tradizionale rispetto agli autocefali.

Fin dagli anni precedenti, i risultati dei festeggiamenti si misurano con la conta “sportiva” del numero dei partecipanti: il patriarcato di Mosca ha dichiarato 250-300 mila fedeli in piazza, a fronte dei 20 mila calcolati dalla polizia di Kiev: in ogni caso una cifra notevole, visto il caldo afoso e il pieno della stagione agricola. I russi dovevano comunque dimostrare di aver aumentato il proprio influsso dopo il Tomos, quindi è stato raddoppiato il numero dell’anno scorso, e sono stati invitati ospiti d’onore da ogni parte del mondo, per sottolineare l’universalità del patriarcato moscovita. Alla processione sono stati mostrati reliquiari di sant’Andrea Protoclito, san Vladimir e altri 18 santi “locali”, oltre a cinque icone miracolose.

Gli autocefali di Epifanyj, comunque diverse migliaia, non potevano disporre di tante sacre ricchezze, ma le loro celebrazioni sono state molto festose, anche perché si trattava della prima volta dopo la creazione della nuova Chiesa e la concessione del Tomos. Inoltre al loro corteo erano presenti alcuni rappresentanti della Chiesa Ortodossa Ellenica, segnando un “riconoscimento di fatto” dell’autocefalia, la prima dopo il decreto di Bartolomeo (anche se da Atene sono giunte smentite in proposito). Si attende comunque l’approvazione dei greci entro settembre.

Un altro segnale favorevole è stata la decisione, presa in questi giorni dai vescovi della Chiesa autocefala, di creare un “vicariato romeno” in Ucraina per le tanto contese parrocchie della Bucovina, terra di confine con la Romania. I russi si erano sempre rifiutati di venire incontro a questa richiesta dei romeni, che è stata ribadita di fronte alla richiesta di Costantinopoli di approvare il Tomos di Kiev: presto anche Bucarest potrebbe quindi procedere al riconoscimento ufficiale.

La decisione di venire incontro ai romeni ha peraltro suscitato le ire dell’irascibile patriarca “emerito” Filaret, che ha parlato di “svendita del proprio territorio canonico”. Per tutta risposta, il Ministero della Cultura ucraino ha dichiarato la liquidazione giuridica del suo patriarcato, le cui chiese stanno passando agli autocefali. Filaret ha fatto appello contro la decisione, ma anche in questo campo si profila una vittoria di Epifanyj.

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