Transparency International: inefficace la lotta alla corruzione in Asia
La maggior parte dei Paesi del continente presenta una situazione critica. Cresce il fenomeno in Cambogia e Thailandia; leggero miglioramento in Afghanistan. Corea del Nord e Siria restano agli ultimi posti della classifica. Sotto osservazione la Cina: inefficace la sbandierata lotta governativa al malaffare.
Bangkok (AsiaNews) - La maggior parte dei Paesi della regione Asia-Pacifico restano nella metà inferiore della speciale classifica relativa all’indice di corruzione. A dispetto di alcuni timidi sforzi, gran parte delle nazioni dell’area restano soggette a infiltrazioni criminali nei settori economico, politico e finanziario. È quanto emerge dal Corruption Perceptions Index 2016, pubblicato oggi da Transparency International, ong che controlla il livello di corruzione nello sviluppo internazionale. Il documento classifica le nazioni in base a un punteggio che va da 0 (molto corrotto) a 100 (molto trasparente), e si calcola sulla percezione del grado di corruzione di analisti e uomini d'affari locali.
Il dato tuttora negativo per le nazioni asiatiche è da attribuire, secondo gli esperti, alla irresponsabilità dei vari governi locali, alla mancanza di controllo, all’insicurezza e allo scarso spazio di contrattazione per la società civile.
Questi elementi vanificano in molte occasioni gli sforzi nella lotta alla corruzione, spesso un elemento “marginale” rispetto all’azione dell’esecutivo. Inoltre, i casi di corruzione da prima pagina - che si vanno ad aggiungere alle vicende di corruzione quotidiana - continuano a minare la fiducia nei governi e nelle istituzioni, la fiducia del pubblico nel governo e i benefici della democrazia e dello Stato di diritto.
La classifica 2016 mostra leggeri miglioramenti per alcune nazioni dell’area: l’Afghanistan ha acquisito quattro punti e totalizza 15 su 100. Pur restando uno dei 10 Paesi molto corrotti, il suo punteggio è quasi raddoppiato rispetto agli otto punti del 2013.
Piccoli, ma significativi passi in avanti anche per Timor Est, Laos e Myanmar, soprattutto in quest’ultima, con l’ascesa al potere della Lega nazionale per la democrazia (Nld) guidata da Aung San Suu Kyi. L’esecutivo birmano ha promosso alcuni provvedimenti per contrastare la corruzione, ma i (piccoli) progressi sono oscurati dalle violenze contro i Rohingya nello Stato Rakhine. Questo mostra la mancanza di controllo sui militari, vero potere forte del Paese.
Di contro, la ricerca mostra il peggioramento in due nazioni del Sud-est asiatico: Cambogia e Thailandia. Per il secondo anno consecutivo la Cambogia risulta il Paese più corrotto della regione, con un punteggio di 21; restano assai ristretti gli spazi di movimento della società civile. La Thailandia ha perso ben 35 posizioni quest’anno, passando dal 76mo al 101mo posto su un totale di 176 nazioni al mondo. Pesa, in questo caso, il binomio fra corruzione percepita e l’instabilità politica. Una situazione critica, acuita inoltre dalla repressione governativa - il ruolo di premier è ancora nelle mani dell’ex capo dell’esercito -, dalla mancanza di un organismo di controllo indipendente e dal peggioramento in tema di diritti dei cittadini. E anche la nuova Costituzione, pur affermando di voler contrastare il malaffare, in realtà rafforza il potere dell’esercito e il senso di impunità per l’operato dell’esecutivo.
Restano nella lista dei Paesi sotto osservazione la Cina, che è cresciuta di tre punti e si piazza al 79mo posto su 176 nazioni (nel 2105 era all’83mo). La sbandierata caccia “alle tigri e alle mosche” annunciata a più riprese dal governo non ha dissipato i dubbi in merito alla trasparenza e all’indipendenza, oltre che al buon nome, delle istituzioni. Ancora critica pure la situazione in India, dove l’impatto della corruzione sulla povertà, l’analfabetismo e la brutalità della polizia hanno ancora pesanti ripercussioni sulla popolazione.
Sospeso il giudizio per le Filippine, in attesa di capire quali saranno le reali politiche del presidente Rodrigo Duterte, per la Malaysia con lo scandalo milionario che ha travolto il premier Najib Razak, per la Corea del Sud colpita dalla vicenda che ha travolto il presidente Park Guen-hye, messa in stato di accusa dal Parlamento per una vicenda di corruzione.
Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia e Svezia guidano la classifica dei Paesi più virtuosi; Somalia, Sud Sudan, Corea del Nord e Siria si attestano agli ultimi posti.
03/02/2023 09:21
28/01/2022 08:53