Total, accordo multi-miliardario con l’Iran a dispetto delle sanzioni Usa
È la prima azienda a firmare un accordo così importante con l’Iran da più di 10 anni. Un investimento 4,8 miliardi di dollari. La posizione ostile Usa rallenta la normalizzazione dei rapporti economici del Paese, ma l’Europa guarda con interesse a futuri accordi. Zarif: impegno per l’accordo nucleare “a dispetto della sconsiderata ostilità Usa”.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Total, il gigante francese dell’industria energetica, ha firmato ieri un accordo multi-miliardario con l’Iran, a dispetto delle sanzioni e delle minacce americane. È la prima azienda europea energetica a stringere un accordo di questa portata in più di 10 anni, e la più grande dimostrazione di fiducia verso la Repubblica islamica dall’alleggerimento parziale delle sanzioni nel 2015.
La compagnia francese investirà 880 milioni di euro nel giacimento di gas South Pars come partner di un consorzio che include compagnie cinesi e iraniane.
L’amministratore delegato di Total, Patrick Pouyanne, e il ministro iraniano per il petrolio, Namadar Zanganeh, hanno firmato un accordo per 20 anni, durante i quali il consorzio verserà 4,8 miliardi di dollari per il progetto “fase 11” di sviluppo del South Pars.
La Total avrà il 50.1% della quota del progetto contro il 30% della China National Petroleum Corporation (Cnpc) e il 19.9% dell’iraniana Petropars. L’obiettivo è avviare l’immissione di gas nella rete nazionale iraniana nel 2021, ed arrivare a 50,9 milioni di metri cubi di gas al giorno.
Le aziende europee guardano con profondo interesse all’Iran, secondo Paese al mondo per riserve di gas naturale e quarto per il petrolio. Tuttavia, la posizione ostile degli Usa rende difficile la normalizzazione dei rapporti economici dell’Iran con il resto del mondo: marchi e banche internazionali sono restie a impegnarsi con Teheran per timore di ripercussioni da parte di Washington. La Shell e la compagnia russa Gazprom hanno firmato solo accordi preliminari. Proprio per non contravvenire alle misure americane, la Total ha designato un responsabile che verifichi la conformità dei contratti alle regole Usa.
Lo scorso giugno, il senato Usa ha approvato una legge che impone nuove sanzioni all’Iran, accusandolo di sostenere “atti terroristici internazionali”. La legge deve essere ancora esaminata e adottata dalla Camera dei rappresentanti. Inoltre, non è chiaro se l’amministrazione del presidente Donald Trump deciderà di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo nucleare con l’Iran.
Tuttavia, è probabile che un tentativo di Trump di cancellare l’accordo incontri l’opposizione di altri Paesi firmatari come Regno Unito, Francia, Germania, Cina e Russia. Lo scorso mese, Il ministro iraniano degli esteri Javad Zarif ha incontrato i leader dell’Unione europea, commentando con un tweet il loro impegno per il mantenimento dell’accordo nucleare “a dispetto della sconsiderata ostilità Usa”.
La Total ha una storia di legami con l’Iran, avendo guidato le fasi due e tre dello sviluppo del South Pars negli anni Novanta. Il marchio aveva firmato per sviluppare la fase 11 già nel 2009, ma era stata costretta ad abbandonare il progetto nel 2012, quando la Francia si era aggiunta ai partner dell’Unione europea nelle sanzioni guidate dagli Usa.
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