16/01/2007, 00.00
ASIA
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Torna l'aviaria in Thailandia e Giappone; in Indonesia colpiti anche i gatti

di Weena Kowitwanij
Confermato il virus in un allevamento di anatre a Phitsanulok. Dai gatti randagi il virus potrebbe passare più facilemente all'uomo. In Giappone l’influenza aviaria in un allevamento.
Phitsanulok (AsiaNews) – Sempre alta la preoccupazione per la diffusione del virus H5N1, dell'influenza aviaria in Thailandia, Giappone e Indonesia.
 
Thawat Suntracharn M.D., Direttore generale del Dipartimento per il controllo delle malattie infettive (CDC), ha dichiarato che “il 10 gennaio vi è stata una eccezionale moria di anatre in un allevamento all’aperto a Phitsanulok e le analisi hanno confermato la presenza del virus H5N1. Il giorno dopo sono state uccise più di 2mila anatre. E’ il primo focolaio infettivo del 2007, 166 giorni dopo l’ultimo”. “Sono in corso esami sugli allevamenti nel raggio di 5 km.  In un raggio di 10 km è stato proibito invece ogni trasporto di pollame. Il divieto sarà applicato per 30 giorni. La provincia di Phitsanulok "è un'area molto umida", l'ambiente ideale per il virus, già rilevato in passato nella zona. Almeno 22 pazienti hanno manifestato sintomi di influenza, ma le analisi hanno escluso l'aviaria.
 
La preoccupazione cresce nell' imminenza del Nuovo anno cinese (che quest’anno cade il 18 febbraio), i cui tutti i thailandesi di origine cinese consumeranno  piatti tradizionali a base di pollame. Il CDC sta controllando la situazione dei mattatoi per prevenire ogni rischio di epidemia. Nel Phitsanulok funzionari sanitari saranno mandati casa per casa a cercare malati con possibili sintomi di influenza aviaria. Si ritiene che eventuali altri contagi nella zona emergeranno entro un mese. 
 
Intanto in Indonesia C.A. Nidom, capo del Laboratorio per l’influenza aviaria all’università di Airlangga (Surabaya), ha confermato che il virus è stato trovato in decine di gatti “presi da diverse città in Java e Sumatra”. “Sono risultati contagiati il 20% dei 500 gatti esaminati”. “Questo dimostra che il virus si sta evolvendo. Dobbiamo considerare la possibilità che il virus sia in grado di colpire gli esseri umani non solo attraverso i polli ma anche tramite altri animali”. Il gatto, spiega Nidom, è più simile all’uomo rispetto ai polli, anche se conclude che “occorrono altri studi prima di dire se i gatti possono trasmetterci la malattia”. I gatti sono stati poi rimessi in libertà.
 
Si attende anche l’esito delle analisi su un uomo ricoverato all’ospedale Persahabatan di Jakarta, dopo che sono risultati infetti la moglie, morta nei giorni scorsi, e il figlio i 18 anni. C’è timore di un contagio diretto tra i membri della famiglia, che potrebbe confermarne la possibilità tra soggetti geneticamente più predisposti all’infezione. Michael Osterholm, esperto dell’università del Minnesota (Usa), dice che questa potrebbe essere “la prima avvisaglia di una pandemia”.

Nella prefettura di Miyazaki, nel Giappone sud occidentale a 900 km da Tokyo, saranno incenerite le 12mila galline di un allevamento dove il 13 gennaio sono state trovare 3.900 galline morte. Non è chiaro se si tratti del virus H5N1 o di altro non pericoloso per l’uomo. Hisanori Ogura, funzionario sanitario locale, dice che si tratta solo di una misura per prevenire il contagio e che “non ci sono stati altri rapporti di contagi”.
 
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