21/06/2006, 00.00
TIMOR EST
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Timor Est: il presidente chiede le dimissioni del premier

In una lettera ufficiale, Xanana Gusmao invita Alkatiri a dimettersi. Ex ministro degli Interni agli arresti domiciliari: avrebbe fornito armi alle milizie civili per eliminare gli avversari politici del primo ministro.

Dili (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente di Timor Est, Xanana Gusmao, ha chiesto ufficialmente le dimissioni del contestato premier Mari Alkatiri, ritenuto responsabile dei gravi disordini degli ultimi due mesi nella capitale. Intanto da oggi l'ex ministro degli Interni è agli arresti domiciliari dopo un mandato di cattura emesso ieri dal pubblico ministero generale. L'accusa è di aver distribuito armi alle milizie civili, quando Dili e i suoi dintorni sono precipitati nel caos, il mese scorso, per gli scontri a fuoco fra soldati ribelli e lealisti, seguiti da battaglie fra bande etniche rivali. Lo scopo era eliminare fisicamente gli avversari politici di Alkatiri.

Gusmao ha espresso le sue richieste in una lettera indirizzata allo stesso primo ministro. La questione è al momento al vaglio di una seduta speciale del Consiglio di Stato. La missiva sarebbe stata consegnata personalmente ieri notte all'ufficio del premier, che finora non ha ceduto alle forti pressioni di società civile, militari e mondo politico, che chiedono il suo allontanamento dal governo.

Alla lettera il presidente ha allegato la registrazione del programma Four Corners di questa settimana dell'emittente Australian Broadcasting Corporation, nel quale si accusa Alkatiri di essere quanto meno a conoscenza delle operazioni dell'allora ministro degli Interni, Rogerio Lobato. Lobato, che si era già dimesso a fine maggio, avrebbe fornito armi ad un uomo dal nome in codice Railos, il quale è convinto che l'ex ministro agiva dietro ordine del premier. Questi, dal canto suo, nega ogni coinvolgimento.

Il pm Longuinhos Montero, con la collaborazione di una squadra di esperti legali dell'Onu, indaga su diversi incidenti violenti avvenuti a maggio e collegati al governo Alkatiri. La crisi è scoppiata dopo la decisione del premier di radiare dall'esercito 600 soldati - il 40% delle forze armate - che scioperavano lamentando discriminazioni su base etnica. Da fine aprile ad oggi gli scontri hanno provocato oltre 20 morti e più di 100 mila sfollati.

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