05/07/2006, 00.00
INDONESIA
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Terroristi di Bali 2002 non vogliono più morire, chiedono riapertura del loro caso

Due dei tre condannati a morte per le bombe sull'isola vogliono una revisione giudiziaria, mentre le autorità stavano definendo gli ultimi particolari per l'esecuzione, attesa da tre anni. Finora erano disposti a morire, perché rispettosi "della legge di Dio e non di quella degli uomini".

Jakarta (AsiaNews) – Due dei tre terroristi condannati a morte per le bombe a Bali del 2002 hanno deciso di chiedere la riapertura del loro caso, mentre le autorità indonesiane ne annunciano l'imminente esecuzione. I tre finora hanno sempre rifiutato di cercare la salvezza tramite vie legali, dichiarando di sottostare solo alla legge divina e non a quella umana.

Nel 2003 la Corte distrettuale di Denpasar ha stabilito la pena capitale per Amrozi e Imam Samudra, coinvolti negli attentati sulla famosa isola costati la vita a 202 persone, per lo più turisti stranieri. Insieme a loro, per lo stesso crimine, è condannato anche Muhklas. I tre - detenuti nel carcere di Nusakambangan, Java centrale - sono stati giudicati secondo le leggi anti-terrorismo introdotte nel Paese proprio in seguito alle bombe del 2002. Fino ad allora le nuove leggi non avevano valore retroattivo; gli avvocati dei due uomini partono da questo dato per chiedere una riapertura del caso.

Solo due giorni fa il procuratore generale, Abdul Rahman Saleh, aveva diffuso un comunicato in cui si annunciava che l'esecuzione dei tre islamici sarebbe avvenuta in un giorno non precisato e sull'isola di Nusakambangan, invece che a Bali - "troppo affollata e popolosa" - come chiesto dai sostenitori di Amrozi, Samudra e Muhklas. "L'esecuzione – aveva poi aggiunto – sarà posticipata se i condannati decideranno di chiedere un riesame del caso o la grazia".

I tre hanno sempre rifiutato di appellarsi al presidente per ottenere la grazia. In precedenza uno dei legali ha spiegato che per i suoi clienti avrebbe significato "arrendersi alla legge umana". Amrozi e gli altri hanno ripetuto più volte di voler essere giudicati solo dalla legge di Dio.

Secondo il Muslim Lawyers Team (TPM), che difende i tre, la decisione del governo di affrettare l'esecuzione è un modo per "compiacere i Paesi esteri dopo il rilascio di Abu Bakar Baasyir", leader religioso "complice" degli stessi attentati del 2002. Achmad Michdan, uno degli avvocati del TPM, aggiunge: "Stiamo preparando i documenti necessari per presentare la richiesta e faremo il possibile, affinché il processo per la revisione giudiziaria avvenga in una zona neutrale al di fuori di Bali". Il legale ha proposto Jakarta o Cilacap. (BR)

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