Taipei: innalzata l’allerta sanitaria per il Covid
Quinto giorno consecutivo con più di 100 casi di contagio. Taiwan è uno dei Paesi che finora ha gestito meglio l’emergenza pandemica. Accelerazione alla campagna vaccinale. Governo: l’ondata di contagi non mette a rischio la crescita economica. L’impegno per l’export di microchip.
Taipei (AsiaNews) – Il governo ha innalzato oggi al “Livello 3” l’allerta sanitaria dopo che l’isola ha registrato per il quinto giorno consecutivo più di 100 contagiati domestici da Covid-19. Taiwan è uno dei Paesi che finora ha gestito meglio l’emergenza sanitaria. Oggi i nuovi positivi sono stati 275; dallo scoppio della pandemia i casi conteggiati sono 2.553: dal 15 maggio si sono avute però 1.226 infezioni non importate dall’estero.
Le nuove misure di prevenzione non riflettono il grado più alto di allerta, che è il quarto. Esse saranno valide in tutto il territorio nazionale fino al 28 maggio. Prevedono l’obbligo di mascherina lontano dalla propria abitazione, il divieto di incontri al chiuso con più di cinque persone e con più di 10 all’aperto.
Fino all’improvviso incremento delle infezioni, le autorità hanno faticato a convincere la popolazione a vaccinarsi. Le prenotazioni sono ora in aumento. Per accelerare la campagna d’immunizzazione, Taipei ha ordinato 400mila dosi extra del vaccino anglo-svedese AstraZeneca; arriveranno in giornata e si aggiungono alle circa 320mila già ricevute. Il governo di Tsai Ing-wen ha acquistato 20 milioni di dosi da case farmaceutiche straniere. A fine luglio sarà disponibile anche un vaccino anti-Covid di produzione locale.
Il peggioramento della situazione sanitaria ha spinto il ministero per lo Sviluppo nazionale ad abbassare le stime di crescita del Pil, che potrebbe comunque superare il 5% a fine anno. Ieri il ministro Kung Ming-hsin ha promesso che l’amministrazione Tsai lavorerà per mantenere a livelli adeguati la produzione ed esportazione di microchip, di cui l’isola è uno dei primi esportatori mondiali. I componenti sono elementi essenziali per la fabbricazione di strumenti hi-tech: i produttori di microchip non riescono però a far fronte alle richieste delle compagnie tecnologiche, a loro volta alle prese con un’accresciuta domanda per i loro prodotti.
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