Taipei, gli studenti annunciano la fine dell'assedio al Parlamento
Taipei (AsiaNews) - Il movimento studentesco che sta occupando il Parlamento di Taiwan per protestare contro gli accordi commerciali "aperti" con la Cina continentale ha dichiarato che "toglierà l'assedio" il prossimo 10 aprile. Il gruppo, che ha iniziato la sua protesta lo scorso 18 marzo 2014, ha annunciato la fine della manifestazione dopo i colloqui con il presidente del Parlamento, Wang Jin-pyng, e le rassicurazioni del presidente Ma Ying-jeou.
Lo stallo è stato risolto da Wang, che domenica 6 aprile ha fatto visita agli studenti nell'aula dei dibattiti e li ha salutati, ringraziati e incoraggiati. Nella conferenza stampa successiva all'incontro ha affermato che non ci sarà discussione parlamentare dell'accordo senza una previa legge di supervisione (兩岸監督條例完成立法前,不召開服貿協商會議), come chiedono gli studenti stessi. Forte di questa promessa, ha poi inviato gli studenti a lasciare libero il parlamento in modo da riprendere la normale attività legislativa.
A scatenare le proteste giovanili è stato il Patto commerciale (Cross-Strait Service Trade Agreement两岸服务贸易协议) che Taipei sta discutendo con Pechino. Questo patto è il proseguimento del patto di cooperazione economica (ECFA, Economic Cooperation Framework Agreement - 两岸经济合作架构协议) firmato nel 2010 con l'obiettivo di abbattere le barriere commerciali esistenti tra l'isola e la Cina continentale. Se il patto viene firmato, il continente aprirà 80 settori di servizi agli investimenti taiwanesi mentre Taipei permetterà l'accesso in 64 settori agli investimenti continentali.
Molti taiwanesi temono per la sorte delle piccole imprese, che potrebbero soccombere all'impatto prodotto dalla competitività commerciale delle imprese continentali, e per l'occupazione giovanile che verrebbe schiacciata dalla competizione della manodopera cinese. Dopo un primo confronto duro fra le parti, lo scorso 3 marzo il governo ha fatto marcia indietro e ha annunciato di aver preparato un nuovo decreto, che impone al governo di negoziare patti con la Cina "su principi di uguaglianza, rispetto, benefici comuni e salvaguardia della sicurezza nazionale".
Inoltre due parlamentari del Kuomintang (il Partito nazionalista che al momento guida Taiwan) hanno chiesto scusa per "essere stati la causa principale della protesta". Chang Ching-chung (張慶忠, che il 17 marzo aveva anunciato l'approvazione del primo passaggio dell'accordo commerciale dopo soli 30 secondi di dibattito) e Lin Hung-chi (林鴻池 , presidente del comitato politico del KMT), hanno rassegnato le loro dimissioni. Queste sono state rifiutate dal presidente, e capo del partito, Ma.