07/08/2009, 00.00
FILIPPINE
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Suora a Mindanao: la tregua fra esercito e Milf “primo passo” verso la pace

di Santosh Digal
I colloqui fra governo e ribelli islamici è l’unica soluzione per mettere fine a un conflitto che dura da 40 anni. Sono più di 200mila le persone colpite dalla guerra, in maggioranza donne e bambini. L’opera della Chiesa cattolica e di cristiani e musulmani in aiuto della popolazione dell’isola.
Manila (AsiaNews) – La tanto attesa tregua fra l’esercito filippino e i ribelli del Fronte islamico Moro (Milf) a Mindanao “darà si suoi frutti” nel lungo periodo, perché “prepara il terreno per una vera pace, attesa da troppo tempo” nella regione. È quanto spiega ad AsiaNews suor Jesnon C. Porras, delle Ancelle del Divin Cuore, originaria dell’isola teatro di un conflitto che, in quarant’anni, ha colpito 200mila persone, in special modo donne e bambini.
 
Il 24 luglio scorso il presidente Arroyo ha annunciato attraverso il suo portavoce, Eduardo Ermita, la sospensione dell’offensiva militare contro il Milf. La direttiva – Suspension of offensive military operation (Somo) – è stata decisa per riprendere un dialogo ufficiale con i ribelli islamici. Essa avrà una durata indefinita ed è divenuta subito operativa.
 
Suor Jesnon sottolinea che la popolazione civile “è così stanca dell’offensiva militare nella regione”. La “ripresa sporadica” negli anni dei combattimenti fra esercito e ribelli ha causato “miserie inenarrabili e più danni che benefici”. La religiosa ha visitato di recente Mindanao – la sua terra natale – e rivela che molte persone vivono “fra angosce e paure” che sono il risultato di “condizioni deplorevoli alle quali bisogna mettere subito la parola fine”.
 
La ripresa dei colloqui di pace sono “un passo positivo”, ma è altrettanto necessaria “una sincera buona volontà a livello politico” e una “reale preoccupazione per la popolazione locale” da parte sia del Milf che del governo filippino. Suor Jesnon apprezza il lavoro svolto dalla Chiesa cattolica e da esponenti della società civile – cristiani e musulmani – che hanno dato vita a “programmi economici di sostegno e sviluppo” in cooperazione con le autorità e i cittadini, mostrando di “avere a cuore il processo di pace e la prosperità” della regione.
 
In passato più volte i vescovi filippini hanno sottolineato che la questione a Mindanao va risolta mediante “colloqui di pace più che con il tuono dei cannoni”. Mons. Orlando Quevedo, presidente della Conferenza episcopale filippina, afferma che “non esistono conflitti fra uomini che non possano essere risolti attraverso un dialogo genuino fra le parti”.
 
Anche per suor Jesnon “i colloqui di pace sono il modo migliore per risolvere il conflitto a Mindanao. Facciamo in modo che tutti possano lavorare per la pace”.
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