30/10/2010, 00.00
CINA - GIAPPONE - USA
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Summit di Hanoi: dure accuse di Pechino al Giappone

Nel corso del vertice Asean, la Clinton riafferma l’interesse Usa a risolvere le dispute territoriali marittime tra Stati. La Cina si sente chiamata in causa e accusa Tokyo di “falsità” sulle isole Diaoyu. Gelo tra i 2 Paesi, poi oggi incontro tra i 2 premier.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Decise accuse di Pechino contro il Giappone di avere fatto “dichiarazioni non veritiere”, dopo che la Segretaria di Stato Usa Hillary Clinton aveva invitato tutti a risolvere “con il dialogo” le dispute territoriali. Pechino l’ha interpretato come un’interferenza nella disputa per le isole Senkaku (per i cinesi Diaoyu) nel Mar Cinese Orientale. Hu Zhengyue, Assistente del Ministro cinese degli Esteri, ammonisce che “il Giappone sarà responsabile per ogni conseguenza”. Oggi i i 2 premier Wen e Naoto hanno comunque avuto un breve colloquio.

Ad Hanoi, dove si svolge il summit dei Paesi del Sudest Asiatico (Asean, comprendente Vietnam, Thailandia, Cambogia, Laos, Brunei, Myanmar, Singapore, Filippine, Indonesia e Malaysia), allargato a Cina, Giappone, Usa e altri Stati, si prevedeva un riavvicinamento tra Cina e Giappone, dopo i gravi contrasti esplosi da settembre per queste isole, disabitate ma molto pescose e ritenute ricche di energia. Infatti i 2 Paesi avevano annunciato che i rispettivi premier Wen Jiabao e Naoto Kan avrebbero avuto il primo incontro formale dall’inizio della crisi. Oggi i 2 si sono comunque incontrati per un breve colloquio.

Nel frattempo è giunto il commento della Clinton che “gli Stati Uniti hanno un interesse nazionale alla libertà di navigazione e ai commerci senza ostacoli legali” e che gli Usa “sono coinvolti nella risoluzione [delle dispute territoriali marittime] in modo pacifico fondato sul diritto internazionale consuetudinario”.

In precedenza la Cina aveva più volte affermato che le dispute territoriali marittime riguardano solo gli Stati coinvolti e che non avrebbe mai rimesso al giudizio di terzi questioni riguardanti la propria integrità territoriale. Al contrario gli Usa hanno più volte mostrato di volere sostenere la richiesta vietnamita di rimettere a un arbitrato internazionale la propria disputa, sempre con la Cina, per la proprietà di altre isole (le Spratly e le Paracel).

La Clinton non ha fatto riferimenti, ma il 28 ottobre si era incontrata con il ministro giapponese degli Esteri Seiji Maehara riaffermando fedeltà al Trattato Usa-Giappone di Mutua Cooperazione e Sicurezza.

Ma Zhaoxu, portavoce del ministro cinese degli Esteri, ha subito risposto che “il governo e il popolo cinese non accetteranno mai qualsiasi parola o documenti che comprenda le isole Diaoyu dentro i fini del Trattato Usa-Giappone”. “Le isole Diaoyu sono parte integrante del territorio cinese sin da epoca antica. La Cina ha un’indubitabile sovranità sulle isole”. Ci sono state accuse a Tokyo di volere “avvelenare” l’atmosfera del summit.

Il Giappone ha espresso sconcerto e sorpresa e il portavoce nipponico Noriyuki Shikata ha subito commentato che le parole cinesi sono “prive di fondamento” e ha invitato alla calma e a riprendere il dialogo.

In precedenza la Clinton aveva anche osservato che, “mentre gli Stati Uniti concordano che nessun Paese può imporre i propri valori agli altri, crediamo che certi valori siano universali e che siano intrinsechi nei Paesi stabili, pacifici e prosperi. I diritti umani sono nell’interesse di ognuno”. Intervento ritenuto rivolto alla Cina per il rispetto dei diritti umani e per la posizione del premio Nobel per la Pace, il cinese Lu Xiaobo, condannato a 11 anni di carcere per reati d’opinione.

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