16/11/2018, 10.30
COREA – SUDAN
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Sudan, la storia di un missionario coreano finisce nei libri di scuola

Il p. Giovanni Lee Tae-seok entra in seminario dopo gli studi in Medicina. Sconvolto dalla guerra nel Paese africano, chiede di poter prestare servizio come missionario. Aiuta tutte le parti in causa, senza distinzione di religione o etnia. Morto di cancro nel 2010, è l’unico straniero a essere presente nei libri di scuola sudanesi.  

Seoul (AsiaNews) – La vita di p. Giovanni Lee Tae-seok, missionario coreano, è da oggi nei libri di testo scolastici del Sud Sudan. Il missionario, appartenente alla Società salesiana di san Giovanni Bosco, ha prestato assistenza medica nel Paese devastato dalla guerra per un decennio, fino alla sua morte per cancro avvenuto nel 2010.

Deng Deng Hoc Yai, ministro dell’Istruzione del Sud Sudan, aveva annunciato lo scorso anno che la vita del missionario sarebbe stata raccontata nel libro di studi sociali per le scuole elementari, e due pagine del libro di educazione civica per le scuole medie. È la prima volta che i libri di testo sud-sudanesi includono la storia di uno straniero per il suo servizio di volontariato nel Paese.

Ancora studente delle elementari, p. Lee assiste nella sua parrocchia alla proiezione di un video che racconta la vita di p. Damiano, missionario belga e apostolo dei lebbrosi di Molokai. In quel momento sente forte la vocazione e decide di seguire le orme di p. Damiano.

Laureato in medicina all’università di Inge, in Corea del Sud, p. Lee studia teologia all’università di Gwangju e alla pontificia università salesiana a Roma. Viene ordinato sacerdote a Seoul nel 2001 e nello stesso anno decide di partire alla volta dell’Africa, ispirato dai racconti di un confratello. Svolge la sua opera missionaria in qualità di educatore e medico nel villaggio di Tonj, nella provincia del Warap, Sud Sudan. Unico medico nell’area, p. Lee costruisce un piccolo ospedale dove cura fino a 300 persone al giorno. Provvede alla vaccinazione di 80 villaggi nei dintorni di Tonj e fonda anche un collegio per studenti, dove insegna matematica e musica.

Nonostante i conflitti etnico-religiosi che insanguinano il Sudan e provocano circa due milioni di morti, p. Lee allevia le sofferenze di chiunque necessiti il suo aiuto. Nella sua struttura trovano conforto cristiani, musulmani, protestanti e anche i miliziani, che per riconoscenza verso il sacerdote risparmiano il villaggio dai combattimenti. La Chiesa locale “sta valutando” l’apertura di una causa di beatificazione per p. Lee.

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