25/07/2017, 14.51
SRI LANKA
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Sri Lanka: l’Ufficio per scoprire la verità sui cari dispersi durante la guerra civile

di Melani Manel Perera

Le Ong, alcuni governi stranieri, e la società civile premono perché diventi prima possibile operativo. Per Amnesty International, “le parole di conforto devono essere seguite da un’azione decisa. Solo la giustizia può guarire le ferite degli srilankesi”. Fernando Brito: “Sono scomparsi senza distinzione musulmani, singalesi e tamil, e tutti questi avevano il diritto di vivere”.

Colombo (AsiaNews) – “Il popolo dello Sri Lanka non può più aspettare. Decine di migliaia di famiglie, da tutte le comunità, hanno atteso già troppo. L’Ufficio per le persone scomparse (Omp) deve essere stabilito il più presto possibile”. Questo l’appello di Biraj Patnaik, direttore di Amnesty International (Ai) nell’Asia del sud.

L’Omp, la cui creazione è stata annunciata da un disegno di legge del maggio del 2016, dovrà occuparsi della scomparsa di più di 20mila persone durante la guerra civile che ha afflitto il Paese per 30 anni, raccomandando risarcimenti per le famiglie e dando loro la possibilità di agire per vie legali contro i responsabili. Il presidente srilankese Maithripala Sirisena ha firmato il “Missing Persons Act” la scorsa settimana.

Non ci sono notizie di migliaia di persone che, fra le scomparse, sono state arrestate o consegnate all’esercito per richiesta dello stesso dopo la guerra.

Insieme ad Ai, anche l’Onu, alcuni governi stranieri, organizzazioni per i diritti umani chiedono che il governo srilankese inizi al più presto ad applicare la legge firmata dal presente. Per Patnaik, “le parole di conforto devono essere seguite da un’azione decisa. Solo la giustizia può guarire le ferite degli srilankesi”.

Brito Fernando, presidente del gruppo Families of the Disappeared (Fod) ha commentato ad AsiaNews che “questa è una buona mossa di Maithripala”, perché il precedente presidente e il suo governo, insieme ad alcuni monaci buddhisti, si erano opposti all’Omp. Tuttavia, seppur “ringraziando il governo per questa decisione, noi in quanto organizzazioni della società civile chiediamo che si velocizzi il lavoro”. “Chiediamo anche che i monaci buddisti, che si erano opposti all’Omp perché avrebbe danneggiato i nostri soldati, non puntino il dito contro il popolo tamil e non neghino quanto è accaduto nel 1989 nelle province meridionali. Non volete sapere cosa gli è accaduto? Quanti monaci buddisti sono scomparsi nel 1989?”, ha aggiunto Brito. “Sono scomparsi senza distinzione musulmani, singalesi e tamil, e tutti questi avevano il diritto di vivere”.

Kasipillai Jeyavanitha, madre di Kasipillai Jeromi, una giovane scomparsa dal distretto di Vavuniya, ha detto ad AsiaNews:Le nostre vite si sono consumate nella protesta per sapere cosa è accaduto ai nostri figli, mariti e persone amate. Ora almeno, questo Omp dovrebbe risponderci senza imbrogliarci ancora”. Thambirasa Selvarani, moglie di un uomo scomparso al check point di Omanthe nel 2009, chiede che l’Omp “riveli il destino dei nostri parenti scomparsi prima e dopo la guerra. Ora non abbiamo più respiro per sprecare le nostre vite in strada e protestare”.

Numerose proteste silenziose si sono diffuse nella provincia settentrionale, nel chiedere risposte su “quanto è successo alle persone amate scomparse”. Le proteste sono rimaste per 150 giorni in strada, guidate per lo più da donne tamil.

Nel firmare l’Omp Act, il presidente ha fatto passere uno dei quattro meccanismi specifici previsti dalla risoluzione “Promoting Reconciliation, Accountability and Human Rights in Sri Lanka” adottata dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu nel 2015.

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