19/08/2010, 00.00
CINA
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Slogan e maschere da clown contro i suicidi alla Foxconn

La direzione della ditta cerca di fermare l’ondata di suicidi fra i dipendenti con una parata “spontanea” dopo il lavoro, in cui si invitano gli operai ad “amare la vita”. Un sindacalista di Hong Kong commenta: “Basterebbe che li trattassero da esseri umani”.

Shenzhen (AsiaNews/Agenzie) – La direzione della multinazionale taiwanese Foxconn – azienda con oltre 900mila dipendenti, che negli ultimi mesi hanno iniziato a suicidarsi – ha organizzato ieri una manifestazione per risollevare il morale degli operai. Oltre 50mila dipendenti sono stati vestiti da clown e hanno cantato slogan decisi dai dirigenti, mentre i loro colleghi li osservavano tramite schermi montati sulle linee delle fabbriche.

 Le manifestazioni “spontanee” sono iniziate alle 5 del pomeriggio nelle fabbriche di Shenzhen e Foshan, nel meridionale Guangdong, e a Kunshan nel Jiangsu. I dipendenti sono stati incoraggiati a scandire frasi come “Fai tesoro della tua vita, ama la tua famiglia e prenditi cura degli altri, per costruire un meraviglioso futuro”. Tutto questo con abiti “gioiosi”.

 Secondo Louis Woo, assistente del tycoon Terry Gou, “nessun dipendente è stato scelto, si sono uniti di loro libera iniziativa. Questa manifestazione aiuterà a promuovere uno sguardo positivo sulla vita per tutti i nostri dipendenti”. Ma un 17enne operaio dell’Hunan, che ha guardato da solo la manifestazione, non gli crede molto.

 Secondo il ragazzo, che ha lavorato per due mesi senza farsi neanche un amico, “una parata del genere non ti ferma, se ti vuoi suicidare”. L’ultima a togliersi la vita, nella scia di suicidi che ha colpito la ditta, è un’operaia di Shenzhen che lo scorso 4 agosto si è buttata dal tetto di uno dei dormitori.

 Geoffrey Crothall, portavoce del China Labour Bulletin (Organizzazione che da Hong Kong lavora per i diritti dei lavoratori in Cina), “l’evento non avrà alcun risultato, se non quello di fare un poco di teatro. La Foxconn, di base, dovrebbe trattare i propri dipendenti come esseri umani e pagare loro il giusto salario: non si tratta di alta scienza”.

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