16/10/2012, 00.00
VATICANO
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Sinodo: vescovo cinese, la nostra Chiesa è fedele e devota, malgrado 50 anni di persecuzioni

Messaggio di mons. Lucas Li Jingfeng, vescovo cinese di Fengxiang, liberato nel 1979 dopo vent'anni di carcere, forzatamente assente dall'assemblea. "Prego intensamente e costantemente Dio Onnipotente affinché la nostra pietà, la nostra fedeltà, la nostra sincerità e la nostra devozione possano risanare la tiepidezza, l'infedeltà e la secolarizzazione che sono sorte all'estero da una apertura e una libertà senza freni".

Città del Vaticano, (AsiaNews) - La Chiesa in Cina è fedele e devota, malgrado 50 anni di persecuzioni. Si è aperta con la testimonianza di un vescovo cinese forzatamente assente l'odierna seduta dell'assemblea del Sinodo. All'inizio della riunione, il segretario generale del sinodo, mons. Nikola Eterovic, ha infatti letto un messaggio di mons. Lucas Li Jingfeng, vescovo cinese di Fengxiang, novantenne, liberato nel 1979 dopo vent'anni di carcere.

"Mi congratulo con voi - scrive - che potete partecipare al Sinodo e rendere omaggio al Sepolcro di San Pietro. Mi duole moltissimo che non possiate udire alcuna voce della Chiesa Cinese" "Voglio dire che la nostra Chiesa in Cina, in particolare i laici, ha sempre custodito finora la pietà, la fedeltà, la sincerità e la devozione dei primi cristiani, pur avendo sopportato cinquanta anni di persecuzioni". "Desidero aggiungere che prego intensamente e costantemente Dio Onnipotente affinché la nostra pietà, la nostra fedeltà, la nostra sincerità e la nostra devozione possano risanare la tiepidezza, l'infedeltà e la secolarizzazione che sono sorte all'estero da una apertura e una libertà senza freni. Nell'Anno della Fede, nelle vostre discussioni sinodali potete indagare perché la nostra fede in Cina si è potuta conservare indefettibile fino a oggi. E' come ha detto il grande filosofo cine LaoTse. 'Come la calamità genera la prosperità, così nella mollezza si nasconde la calamità'. Nelle Chiese fuori dalla Cina, la tiepidezza, l'infedeltà e la secolarizzazione dei fedeli si sono contagiate a molti chierici. Invece, nella Chiesa Cinese i laici sono più pii dei chierici". "Credo comunque - conclude - che la nostra fede di cristiani cinesi possa consolare il Papa. Non menzionerò la politica, che è sempre transeunte".

I rapporti con l'islam, l'aggressività delle sette e la "carità" nei confronti delle coppie di fatto altri temi affrontati oggi dal Sinodo. E' stato il vescovo ghanese Gabriel Akwasi Ababio Mante a denunciare ""l'atteggiamento antiecclesiale di alcune organizzazioni finanziarie internazionale" tra le "sfide" che si trova ad affrontare la Chiesa del suo Paese. "Mentre - ha detto - la sfida riguardante la natura della fede dei cattolici ghanesi è interna alla Chiesa, ci sono anche fattori esterni che pongono una sfida alla sua vita. Tra le sfide esterne ci sono l'aumento costante delle sette, l'emergere di un islam militante e l'atteggiamento antiecclesiale di organizzazioni finanziarie internazionali e di cosiddetti partner per lo sviluppo".  "La presenza e l'attività delle sette, con il loro vangelo di prosperità e le promesse di successo e di ricchezza immediati, sono molto attraenti per i giovani". "Questa attrazione sta causando una emorragia dei membri della Chiesa. Tuttavia, questo fenomeno suggerisce con forza che i giovani hanno bisogno di qualcosa in più della ricchezza e del successo". Quanto all'islam, "finora in Ghana l'islam non ha presentato nessuna aperta minaccia alla Chiesa cattolica e alle altre comunità ecclesiali. Di fatto, tra le due parti esistono buoni rapporti e collaborazione nell'ambito delle principali questioni sociopolitiche. Tuttavia, ci si domanda se sotto questi buoni rapporti non si nasconda qualche corrente negativa, e pertanto la situazione prevalente non deve essere data per scontata". Infine, "l'atteggiamento antiecclesiale di alcune organizzazioni finanziarie internazionale sta influendo negativamente sulla Chiesa in Ghana, specialmente sul settore educativo. Per esempio, è stata necessaria una forte presa di posizione da parte della Conferenza dei vescovi cattolici affinché l'insegnamento dell'educazione religiosa e morale fosse reintrodotta nelle scuole elementari. E comunque la religione e la morale cristiana vengono insegnate accanto a quelle di altre fedi".

Il vescovo di Gozo (Malta), mons. Mario Grech ha invece affrontato il tema della "dolorosa realtà di tanti matrimoni che purtroppo finiscono male". "Nonostante il fatto che non sono in perfetta comunione con la Chiesa per causa della loro irregolarità, tanti di loro amano e credono nel Signore e nella Chiesa". "Direi - ha aggiunto - che queste coppie oggi aspettano da questo Sinodo un 'messaggio imperiale' - una parola illuminante come quella che ha pronunciato il Santo Padre a Milano". Che "questo problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi" e che "la Chiesa le ama". Essi "non sono 'fuori' anche se non possono ricevere l'assoluzione e l'eucaristia, devono vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa".

Ieri pomeriggio, invece, al centro della riflessione è stata la santità. I santi, si è osservato, sono convincenti perché sono coerenti nella vita e nella fede. E la coerenza è la chiave della nuova evangelizzazione. Oogni cultura può essere evangelizzata, perché la carità - praticata dai Santi - è compresa da tutti. Soprattutto nell'epoca contemporanea in cui è diffusa una mentalità che disprezza la religione, la considera un ostacolo allo sviluppo e spinge l'uomo all'ateismo mascherato dall'indifferenza e alimentato anche dalle discordie interne alla Chiesa che a volte offre un cattivo esempio.

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