23/05/2014, 00.00
MALDIVE - ISLAM
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Sharia nelle Maldive: pena di morte anche per i bambini di 10 anni

Attivisti e internauti promuovono una campagna di mobilitazione contro la sharia, in vigore dal 27 aprile. Se condannati per omicidio, anche i minori riceveranno la sentenza capitale. Essa verrà eseguita al compimento della maggiore età, con la prospettiva di trascorrere anni nel braccio della morte. Condanne da Onu e Ue. 


Malé (AsiaNews/EdA) - Attivisti e internauti hanno lanciato una campagna di mobilitazione online, che invita a boicottare viaggi e turismo nelle Maldive, una delle mete favorite in tutto il mondo per gli amanti del mare, che dal 27 aprile scorso ha introdotto la legge islamica nel Paese. Con l'applicazione del nuovo codice, ispirato ai dettami più rigorosi della religione musulmana, entra in vigore la pena di morte nei casi di omicidio anche per i minori di età.

Una misura drastica annunciata dal presidente Abdulla Yameen, dal 17 novembre scorso alla guida dello Stato e salito al potere presentandosi come un salvatore dell'islam, per "applicare alla lettera la sharia". Essa mette fine a 60 anni di moratoria per le esecuzioni capitali, visto che l'ultima risale al 1953.  

Nelle Maldive, arcipelago composto da più di 1.110 isole nell'Oceano Indiano, la responsabilità penale è fissata ai 10 anni di età ma, in alcuni casi come furto, fornicazione, consumo di alcol e apostasia, viene applicata a partire dai 7. Resta tuttavia valido il principio secondo cui la sentenza non può essere seguita se non alla maggiore età, quindi un minore condannato deve aspettare nel braccio della morte fino al compimento dei 18 anni. 

A fronte delle condanne giunte da alti esponenti delle Nazioni Unite e dell'Unione europea per la reintroduzione della pena di morte, il presidente Yameen ha ribadito la piena applicazione della legge sottolineando che "la morte va punita con la morte". 

La Repubblica delle Maldive è formata da una serie di atolli nell'Oceano Indiano, a sud-ovest dell'India, ed è abitata da poco più di 350mila persone. Considerata una meta turistica per vacanze "paradisiache", nell'arcipelago non esiste libertà di culto e l'islam sunnita è religione di Stato. Nel 2008, un emendamento costituzionale ha negato ai non musulmani la possibilità di avere la cittadinanza. Nel Paese l'alcool e la carne di maiale possono essere serviti solo in aeroporto e nei resort dove non lavora personale del luogo. Inoltre, nel Paese non possono essere introdotti "idoli" di altre religioni.

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