Scende il prezzo del petrolio, è lotta fra Opec e Usa. Ma i mercati si rallegrano
Hong Kong (AsiaNews) - Trasporti marittimi ed aerei festeggiano con un incremento delle loro azioni in borsa, dopo che l'Opec (l'organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) ha deciso di non ridurre la produzione di greggio, facendo scendere il prezzo al barile al di sotto dei 70 dollari, il livello più basso da quattro anni.
Secondo gli analisti, i costi del petrolio incidono per il 20-30% nei trasporti marittimi e per il 30-40% nelle linee aeree. Un basso costo del petrolio aiuterà il loro mercato almeno nel breve periodo. Le compagnie marittime - ad esempio - potranno risparmiare almeno fino a 100 milioni di dollari Usa al giorno.
La bella notizia è venuta dopo l'incontro dell'Opec a Vienna ieri, in cui i 12 Paesi membri hanno deciso di non ridurre la produzione di circa 1 milione di barili al giorno, anche se negli ultimi mesi il prezzo del greggio era sceso molto. Fra i Paesi Opec, il più contrariato è il Venezuela che chiedeva una riduzione delle estrazioni per far tornare il prezzo al barile a 100 dollari Usa.
La decisione Opec, guidata dall'Arabia saudita, causa difficoltà a diversi produttori. Il petrolio Brent della Gran Bretagna è sceso ieri del 6,7% arrivando fino a 72,58 dollari al barile; in giugno era 115, 71.
Ma l'obbiettivo di questa guerra dei prezzi sembra essere il petrolio di scisto, prodotto negli Usa, la cui estrazione, per essere redditizia, dovrebbe avere un prezzo di vendita di almeno 80 dollari. Invece, i Paesi del Medio oriente (Arabia saudita, Iran e Iraq) possono anche scendere fino a 30 dollari al barile.
Con tutto ciò, la riduzione del prezzo del petrolio rischia di portare ancora più crisi alla Russia. Mosca copre metà del suo budget dalle tasse su petrolio e gas. Il prezzo di 70 dollari al barile rischia di far diminuire gli introiti fino a creare alte probabilità di recessione.