25/06/2014, 00.00
LAOS
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Savannakhet, capo-villaggio nega funerale e sepoltura a cristiana neo-convertita

Dalle autorità pressioni sulla famiglia per rinnegare la fede cristiana. Essi hanno celebrato una funzione buddista e seppellito la donna nel cimitero locale, contro la volontà dei figli. Arrestati alcuni leader cristiani della zona intervenuti alle esequie. Appello di attivisti pro diritti umani per il rispetto della libertà religiosa.

Vientiane (AsiaNews) - Nuovo caso di violazione alla libertà religiosa in Laos, dove si stringono sempre più le maglie delle autorità - centrali e locali - contro le minoranze, in particolare i cristiani. Nei giorni scorsi, ma la notizia è filtrata solo in queste ore, il capo villaggio di Saisomboon - distretto di Atsaphangthong, provincia di Savannakhet - ha impedito la cerimonia funebre e la sepoltura di una donna neo-convertita e deceduta la mattina del 22 giugno. La polizia ha inoltre arrestato alcuni leader cristiani della zona, che volevano partecipare alle esequie. Infine, i parenti sono stati costretti a partecipare a un rito buddista e ad assistere - impotenti - alla sepoltura della donna nel cimitero locale, dove non vi sono spazi o simboli riservati ai cristiani. La vicenda, come denunciano attivisti di Human Rights Watch for Laos Religious Freedom (Hrwlrf), è avvenuta nello stesso villaggio in cui, a maggio, tre studentesse cristiane non hanno potuto sostenere gli esami scolastici di fine anno a causa della loro fede. 

La mattina del 22 giugno la signora Chan, madre di otto figli di cui quattro già sposati, è deceduta per cause naturali; la donna, con tutta la famiglia, da due mesi si era convertita. Si tratta della quinta famiglia nel villaggio di Saisomboon ad abbracciare la fede cristiana, e per questo le autorità hanno iniziato a colpire con crescente frequenza (e violenza) i fedeli della minoranza religiosa. Il giorno stesso della morte della donna, i familiari hanno chiesto e ottenuto il permesso di celebrare una cerimonia cristiana e di seppellirla all'interno della proprietà. Tuttavia, giunto il tempo delle esequie  - in programma la sera successiva - il capo villaggio e il locale segretario del Partito comunista hanno annullato la decisione e cancellato il rito. 

Le autorità locali hanno inoltre imposto ai parenti della donna di rinnegare il cristianesimo, tornando all'originaria fede buddista. Tuttavia, i familiari si sono opposti ribadendo il loro credo in Gesù e il proposito di celebrare un funerale cristiano, secondo i dettami della madre. Oltre a esercitare pressioni sulla famiglia, i vertici dell'amministrazione locale - con la complicità delle forze di polizia - hanno arrestato diversi leader cristiani dei villaggi vicini, intervenuti per partecipare alle esequie. Come ultimo atto, e in sfregio alla fede della donna, il capo villaggio ha imposto un funerale buddista e ordinato la sepoltura nel cimitero locale. 

Attivisti pro diritti umani lanciano un appello al governo di Vientiane, perché rispetti la libertà religiosa e i trattati internazionali in tema di diritti civili sottoscritti in passato. Inoltre, essi chiedono  punizioni esemplari per il capo villaggio di Saisomboon e altri funzionari della zona, colpevoli di aver agito in contrasto alla legge e al diritto. 

Dall'ascesa al potere dei comunisti nel 1975, con la conseguente espulsione dei missionari stranieri, la minoranza cristiana in Laos è soggetta a controlli serrati e vi sono limiti evidenti alla pratica del culto. La maggioranza della popolazione (il 67%) è buddista; su un totale di sei milioni di abitanti, i cristiani sono il 2% circa, di cui lo 0,7% cattolici. I casi più frequenti di persecuzioni a sfondo religioso avvengono ai danni della comunità cristiana protestante: nel recente passato AsiaNews ha documentato i casi di contadini privati del cibo per la loro fede o di pastori arrestati dalle autorità. Le maglie si sono strette ancor più dall'aprile 2011, in occasione di una violenta repressione della protesta promossa da alcuni gruppi appartenenti alla minoranza etnica Hmong.

 

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