18/10/2007, 00.00
UZBEKISTAN - UNIONE EUROPEA
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Sanzioni UE sospese: “un premio inopportuno”

E’ il commento di attivisti per i diritti umani, critici verso l’Ue che ha sospeso le sanzioni contro il regime uzbeko. Ricordano i molti detenuti politici e l’uso sistematico della tortura. Analisti: c’è la volontà di incrementare i rapporti con un Paese ricco di energia.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – Amare critiche dei gruppi per la tutela dei diritti umani, contro l’Unione europea, dopo che il 15 ottobre la riunione dei ministri degli Esteri degli Stati membri ha “sospeso” per 6 mesi il divieto di ingresso contro 8 importanti funzionari uzbeki. La decisione era stata adottata dopo il massacro di Andijan. Questo divieto è sempre stato avvertito con molto fastidio da Tashkent. La portavoce europea Benita Ferrero-Waldner ha assicurato che l’Ue rimane “molto preoccupata” per la situazione dei diritti umani nel Paese ma che l’Uzbekistan nell’ultimo anno ha mostrato maggiore apertura, ad esempio partecipando a discussioni sui fatti di Andijan e sui diritti umani e con il rilascio di alcuni prigionieri politici. Per cui si ritiene possibile lavorare insieme per “migliorare passo dopo passo la situazione dei diritti umani”.

Critico Andrei Stroehlein, dirigente di International Crisis Group, che ricorda come, dopo il massacro di Andijan, nel Paese ci sono stati arresti e torture di attivisti per la tutela dei diritti. “Due rapporti delle Nazioni Unite dicono che nel Paese la tortura è sistematica”, “è un regime violento che usa la tortura”.

Human Rights Watch aveva chiesto a Bruxelles di subordinare simile sospensione a fatti concreti, come la liberazione di alcuni detenuti politici, e definisce la decisione “un premio inopportuno”.

L’Ue ha adottato sanzioni dopo che nel maggio 2005 ad Andijan la polizia ha sparato contro dimostranti disarmati uccidendone centinaia. L’esatto numero dei morti è ignoto, perché l’Uzbekistan ha sempre rifiutato una commissione internazionale di indagine. Questa decisione è considerata un compromesso tra chi, come Germania e Portogallo, è favorevole a togliere le sanzioni per avviare maggiori rapporti con un Paese ricco di energia, e gli Stati, come Gran Bretagna e Svezia, che chiedono prima miglioramenti sostanziali per i diritti umani.

Tra 6 mesi l’Ue dovrà riconsiderare se l’Uzbekistan ha risposto in modo positivo, migliorando la situazione dei diritti umani, liberando gli attivisti per i diritti, permettendo un maggior accesso di osservatori internazionali. Ma analisti osservano che non è mai successo che l’Ue ripristini sanzioni che ha sospeso e commentano che per farlo “ci dovrebbe essere un’altra Andijan”.

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