30/10/2004, 00.00
IRAQ
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Sacerdote da Mosul: "Con le elezioni ci sarà un miglioramento"

I vescovi americani scrivono ad Allawi: "Preghiamo per il vostro impegno in favore di un Iraq pacifico e democratico".

Mosul (AsiaNews) – "La situazione a Mosul peggiora ogni giorno, anzitutto per i cristiani. Penso però che con le elezioni di gennaio ci sarà un cambiamento, di certo in meglio". È quanto afferma ad AsiaNews padre Ghany Ravid, sacerdote cattolico di Mosul.

Nei giorni scorsi sono iniziate le operazioni di registrazione della popolazione alle liste elettorali, in previsione delle elezioni che si svolgeranno a gennaio per la formazione del primo governo democratico in Iraq.

Le elezioni non sono la prima preoccupazione nella vita della gente di Mosul, secondo p. Ghany, perché "i fondamentalisti stranieri minacciano la sicurezza della nostra città: la situazione è pericolosa per chiunque e i cristiani sono i primi a farne le spese".

"Proprio l'altro giorno la polizia ha cercato di arrestare alcuni estremisti" riferisce padre Ghany. "Ci sono stati scontri e gli agenti sono riusciti ad prenderne alcuni". La paura della popolazione è grande, afferma il sacerdote: "Mosul è fuori controllo, nessuno può fare niente per la sicurezza civile. La gente teme per la propria incolumità".

Negli ultimi mesi vi sono stati attacchi contro chiese cristiane a Baghdad e a Mosul, mentre crescono segni di intolleranza fondamentalista. Di recente a Mosul integralisti islamici hanno minacciato di morte le studentesse cristiane che non indossano il velo. Proprio mercoledì 27 ottobre il Papa ha invitato i cristiani iracheni "ad offrire con generosità il proprio fondamentale contributo per la riconciliazione" della società irachena.

Anche i vescovi americani  esprimono "profonda preoccupazione" per la "deliberata violenza" che di recente ha colpito i cristiani d'Iraq. In una lettera inviata giorni fa al Primo ministro irakeno Ayad Allawi, i vescovi americani affermano che gli attacchi ai cristiani rappresentano "una diretta minaccia alla libertà religiosa".

Nel messaggio mons. John H. Ricard, responsabile internazionale della Conferenza episcopale statunitense e firmatario della lettera, si rivolge ad Allawi affermando che "l'intolleranza crescente può in futuro destabilizzare e mettere a repentaglio la libertà democratica per la quale lei sta lavorando così duramente e che la maggior parte degli iracheni desidera". "La libertà religiosa è vitale per il futuro di un Iraq democratico. Assicuriamo a lei e a tutto il popolo iracheno la nostra preghiera perché possiate continuare a costruire un Iraq democratico e in pace" conclude mons. Ricard, che ha inviato una lettera simile anche al segretario di stato Colin Powell. (LF)

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