Riyadh caccia i vertici dell’esercito saudita e apre alle donne in divisa
Re Salman ha firmato il decreto che ordina il ricambio dei vertici delle forze di terra e di aria. Dietro la decisione vi sarebbe il giovane e potente principe ereditario Mohammed bin Salman. Fra i motivi la fallimentare campagna militare nello Yemen. Promosso a vice-governatore il fratello di bin Talal, vittima delle purghe.
Riyadh (AsiaNews) - Con una mossa improvvisa e inaspettata, nella serata di ieri l’Arabia Saudita ha licenziato i vertici dell’esercito fra i quali il capo di stato maggiore e gli ufficiali a capo delle forze di terra e dell’aeronautica. Secondo analisti ed esperti, dietro la firma di re Salman vi sarebbe la mano del potente principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs), che manovra da tempo per assicurarsi il potere assoluto nel regno eliminando possibili rivali e oppositori.
La notizia del provvedimento è apparsa ieri in serata sull’agenzia ufficiale Saudi Press Agency (Spa); tuttavia, la nota reale non forniva indicazioni o chiarimenti sulle motivazioni che hanno portato alla cacciata dei più alti militari delle forze di terra e aeree del regno ultraconservatore sunnita wahhabita.
Analisti ed esperti di politica locale concordano nel ritenere che dietro la decisione vi sia il 32enne principe Mbs, che - col pretesto di una lotta a tutto campo contro la corruzione - da mesi ha avviato una campagna che ha portato all’eliminazione o al ridimensionamento di possibili rivali. Egli ha manovrato per sostituire politici e governatori “nemici” e ha orchestrato l’arresto di decine di principi e miliardari. Una vicenda che si è conclusa solo di recente, con il pagamento di cauzioni miliardarie per ritrovare la libertà.
Fra le ragioni che potrebbero giustificare il ricambio dei vertici militari, la disastrosa campagna saudita in Yemen, nel contesto di un sanguinoso conflitto giunto ormai al terzo anno e che ha causato la morte di migliaia di civili, anche bambini. La guerra, di fatto uno scontro per procura con l’Iran sciita, si sta rivelando disastrosa, ha diviso in due il Paese e ha favorito l’ascesa di gruppi jihadisti. L’andamento della campagna militare, i cui costi per Riyadh si starebbero rivelando insostenibili anche sul fronte interno, avrebbe dunque spinto il giovane Mbs al ricambio dei vertici militari. Fra le vittime delle purghe il generale Abdul Rahman bin Saleh al-Bunyan, sostituito da Fayyad bin Hamed al Ruwayli che diviene dunque il nuovo capo di Stato maggiore. Molti altri ufficiali dell’esercito sono già stati promossi per rimpiazzare quelli rimossi.
Fra quanti hanno beneficiato di una promozione vi è anche il principe Turki bin Talal, nuovo vice governatore della provincia di Asir. Egli è il fratello del famoso uomo d’affari e miliardario saudita Al-Walid bin Talal, uno degli uomini più ricchi e influenti del regno, fra le personalità più in vista a finire agli arresti nel novembre scorso nel contesto della campagna anti-corruzione. Secondo alcune fonti il businessman sarebbe tuttora sotto stretta sorveglianza e “non completamente libero”.
Insieme alle purghe e alla rivoluzione silenziosa ai vertici del potere, l’Arabia Saudita prosegue anche nella (lenta) campagna di apertura alle donne. Dopo aver aperto per la prima volta le porte degli stadi, cancellato il divieto di guida e favorito l’ascesa ad alcune cariche politiche ed economiche, ora le donne potranno anche far parte dell’esercito.
Nei prossimi giorni potranno applicarsi per entrare fra i ranghi dell’esercito e svolgere incarichi nelle province di Riyadh, Mecca, al-Qassim e Medina. Alle donne non sarà consentito di combattere o avere incarichi di prima linea, ma potranno operare nel comparto della sicurezza e della prevenzione di attentati. Le aspiranti alla divisa dovranno essere cittadine saudite, di buona condotta, età compresa fra i 25 e i 35 anni e possedere un diploma di scuola superiore. Il guardiano maschile - una figura controversa e contestata ricoperta in genere dal padre, dal marito o dal figlio, che resta in vigore - dovrà avere la residenza nella stessa provincia in cui saranno operative.