18/08/2004, 00.00
ASIA FABC - INDIA
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"Riaffermare una cultura della vita nel mondo globalizzato"

di Nirmala Carvalho

Mons. Agnelo Gracias, vescovo ausiliare di Mumbai, traccia la missione della famiglia cristiana in India: sconfiggere la pratica dell'aborto (12 milioni all'anno), educare al matrimonio

Mumbai (AsiaNews) – "Viviamo in un tempo di attacchi crescenti e sistematici contro la famiglia e la cultura della vita". Con questa convinzione mons. Agnelo Gracias, presidente dell'ufficio per la famiglia della Conferenza episcopale cattolica dell'India, partecipa all'8° Assemblea della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC). L'incontro, che si è aperto ieri a Daejeon, in Corea del Sud, verte sul tema della "famiglia verso una cultura della vita".

"La vita umana non è più considerata sacra, non solo dagli abitanti delle città, ma anche da quelli dei villaggi", dichiara ad AsiaNews il vescovo. In India, su una popolazione di 1.065.070.607, circa il 74% vive in zone rurali.  La crescita della popolazione nel 2004 è del 1.44%,  in calo rispetto al 2,1% degli anni '90. "Il nostro Stato promuove l'aborto e il controllo delle nascite: sui francobolli è ritratta la famiglia ideale composta da un uomo una donna e un unico figlio, sui mezzi pubblici a Mumbai si vedono pubblicità a favore dell'aborto. I manifesti suggeriscono che conviene spendere per un aborto oggi, piuttosto che per una dote in futuro". In totale in India vi sono almeno 12 milioni di aborti all'anno.

Secondo Mons. Gracias la crescente globalizzazione è la causa del deterioramento di una cultura della vita a favore di una più moderna "cultura della morte". "La famiglia indiana, ma anche asiatica più in generale, risente dello scenario socio-culturale ed economico, in continuo cambiamento. La globalizzazione ha seriamente trasformato la popolazione delle campagne; ormai anche nelle baracche più povere si trova un televisore. Se da un parte, però, bisogna tenere presente i vantaggi di una cultura 'globale', dall'altra se ne deve arginare il conseguente materialismo che porta all'erosione di valori, come quello della famiglia, su cui si reggono intere società".

"A disgregare le famiglie contribuisce poi la diffusione del divorzio", sottolinea mons. Gracias. In un contesto multietnico come quello indiano, il numero di matrimoni misti è in continua crescita e provoca non pochi problemi. "Provenendo da religioni e culture differenti i due sposi trovano più difficoltà delle coppie tradizionali nel mantenere stabile e sereno un rapporto e di questo soffrono anche i figli", evidenzia il vescovo. Altro motivo di tensione all'interno del nucleo familiare è la gestione dei rapporti con i membri delle "famiglie allargate".

Dopo aver analizzato i problemi legati alla famiglia in India, mons. Gracias spiega il suo programma pastorale per affrontarli. Cardine del progetto è una graduale preparazione al matrimonio. Dai primi anni di scuola fino agli ultimi giorni precedenti il matrimonio, figure qualificate dovrebbero insegnare l'educazione sessuale, il rispetto del compagno e della vita, l'esercizio della comprensione e il valore religioso dell'unione.  "Essenziale è istituire, in ogni diocesi o parrocchia, strutture rivolte alla famiglia", afferma mons. Gracias. Secondo l'Ufficio per la famiglia della Conferenza episcopale cattolica indiana (CCBI), solo 6 regioni delle 12 che rientrano sotto la CCBI, hanno una figura addetta a seguire le famiglie. "Solo poche diocesi, inoltre, hanno un centro che si occupi della famiglia, con personale che conduca corsi prematrimoniali e sensibilizzi al rispetto della vita", ha reso noto il vescovo. Quello che mons. Gracias vuol proporre all'assemblea in Corea, è stabilire una collaborazione tra la comunità e un gruppo di religiosi o volontari qualificati all'interno delle parrocchie in grado di venire incontro ai problemi sia spirituali che materiali delle famiglie.

In India, sono presenti gruppi e movimenti, come quello neocatecumenale, Coppie per Cristo, Incontri per Fidanzamento e Matrimonio. Tutti sono ben radicati e di grande supporto all'opera della Chiesa nel campo della famiglia. "È essenziale che queste realtà non si chiudano in sé, ghettizzandosi, ma rimangano aperte alla collaborazione con tutta la Chiesa", ha detto Gracias. "Dobbiamo alimentare la speranza nel futuro e investire nelle nuove generazioni, consapevoli della presenza del male ma anche della forza della parola di Dio – ha aggiunto il vescovo – la famiglia cristiana deve essere essa stessa portatrice del Vangelo nel nuovo millennio".

Mons. Agnelo Gracias è vescovo ausiliario dell'arcidiocesi di Mumbai e vescovo di Molicunza. È anche presidente della commissione per la famiglia presso il Consiglio episcopale delle regioni occidentali dell'India. Da tempo è impegnato in programmi sociali e di educazione spirituale per sostenere la famiglia.

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