04/05/2009, 00.00
FILIPPINE
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Rapporto Onu 2008: nelle Filippine il maggior numero di “nuovi profughi”

di Santosh Digal
A Mindanao la guerra fra esercito e ribelli ha spinto 600mila persone ad abbandonare le proprie abitazioni. La minoranza musulmana Moro e le popolazioni indigene le più colpite dalle violenze. Grave la situazione fra i bambini, malnutriti e vittima del traffico di vite umane. Il Sudan resta il Paese con il più alto numero di profughi in totale, circa 4,9 milioni.
Manila (AsiaNews) – Nel 2008 le Filippine hanno registrato il più alto numero di “nuovi profughi”. Lo afferma un recente rapporto sui rifugiati, avallato dall'Onu, secondo il quale la guerra fra esercito e ribelli del Fronte islamico Moro a Mindanao, isola a sud del Paese, ha spinto circa 600mila persone ad abbandonare le proprie abitazioni.
 
Gli scontri dello scorso anno fra militari e ribelli islamici hanno registrato una progressiva escalation a causa della mancata firma del Memorandum of Agreement (Moa), un documento all’interno del quale era previsto un ampliamento dei territori della regione autonoma musulmana del Mindanao (Armm). L’ondata di violenze ha causato 600mila nuovi rifugiati, un dato superiore al Sudan (550mila nuovi profughi nel Darfur), Kenya (500mila), Repubblica Democratica del Congo (circa 400mila), Iraq (360mila), Pakistan (più di 310mila), Somalia (300mila), Colombia (270mila) e Sri Lanka (230mila).
 
Due i gruppi più colpiti dalla guerra nel Mindanao: la minoranza musulmana Moro e le popolazioni indigene, i cui territori sono ricchi di risorse naturali e al centro di un’aspra contesa fra esercito e ribelli. Tra i fattori che hanno determinato un aumento negli sfollati vi sono anche le operazioni contro la guerriglia comunista (il New People’s Army, NPA) – le quali hanno fatto registrare numerosi episodi di violazione dei diritti umani – e la lotta contro le milizie fondamentaliste islamiche di Abu Sayyaf a Basilan e Sulu.  
 
Nemmeno i bambini sono stati risparmiati dalla guerra: abbandono scolastico giovanile, commercio di vite umane, reclutamento nei gruppi armati, malnutrizione e problemi di salute determinati dalla mancanze di assistenza sanitaria nei campi profughi sono i problemi più gravi da risolvere. Gli esperti delle Nazioni Unite ammettono gli “sforzi sinceri” compiuti dal governo per affrontare la crisi, ma sottolineano anche che “resta ancora molto da fare” nel futuro. Negli ultimi mesi del 2008 il numero degli sfollati a Mindanao è sceso a circa 300mila unità.
 
Il rapporto 2008 elaborato dal Centro di monitoraggio per gli sfollati interni (Idmc), su iniziativa del Centro norvegese per i rifugiati, evidenzia infine che ancora oggi vi sono 26milioni di profughi a causa di guerre, violenze, fame e in cerca di una nuova sistemazione all’interno del proprio Paese. Il valore si attesta sugli stessi livelli dell’anno precedente e rimane il più elevato dal 1990 a oggi. Il Sudan resta il Paese con il maggior numero di rifugiati (4,9 milioni), seguito da Colombia (4,3 milioni) e Iraq (2,8 milioni).
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