28/05/2011, 00.00
CINA
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Qian Mingqi, che si è fatto esplodere per chiedere attenzione e giustizia

Ha fatto esplodere tre bombe davanti a edifici pubblici di Fuzhou. Era disperato per le molte ingiustizie subite: per 2 volte gli hanno espropriato casa, senza fare le promesse opere pubbliche e rubando gli indennizzi. In un microblog racconta la sua storia di ordinaria ingiustizia.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Qian Mingqi, 52 anni, era un tranquillo agricoltore, con una famiglia serena e orgoglioso della sua bella casa. Poi lo Stato lo ha espropriato senza pagarlo, per 2 volte, la moglie è morta. Per anni ha chiesto giustizia, senza esito. Il 26 maggio mattina ha fatto esplodere bombe presso 3 palazzi del governo di Fuzhou (Jiangxi), causando 2 morti e 8 feriti e morendo anche lui. Ma in un microblog  su internet ha lasciato la sua storia di ordinaria ingiustizia, come la Cina del boom economico racchiuda innumerevoli ingiustizie sociali e personali.

Chi conosceva Qian, lo descrive come persona normale e per nulla violenta. Il suo dramma inizia nel 1995, quando il governo gli espropria la casa per realizzare un’autostrada. Qian aveva abbastanza denaro per costruire una seconda casa. Ma anche questa è stata espropriata e demolita.

I vicini raccontano che era “una delle case più lussuose del villaggio”, egli voleva soltanto “una vita confortevole con la moglie, i 2 figli maschi e la figlia”.

Nel 2002 ci fu il 2° esproprio, la casa era costata a Qian circa 500mila yuan, ma le autorità gli hanno offerto un indennizzo di appena la metà. Per questo egli stavolta si è opposto.

Un gruppo di demolitori ha appeso la moglie a testa in giù e la donna è morta pochi giorni dopo.

In seguito Qian ha scoperto che la prevista autostrada da Pechino e Fujian non è stata costruita e il terreno è rimasto inutilizzato.

Dal 2002 Qian ha iniziato a presentare petizioni, sia a Fuzhou che a Pechino. Presso 2 degli edifici interessati dalle esplosioni egli aveva presentato numerose petizioni, senza esito.

A novembre 2010 ha creato un microblog, nel quale accusa funzionari del Partito comunista del distretto di Linchuan di essersi appropriati di 10 milioni di yuan destinati all’indennizzo per la sua casa e per quelle di altre 7 famiglie.

Ha lasciato scritto che “è soltanto perché la mia nuova casa è stata demolita in modo illegale, che ho subito una grande perdita. Dopo 10 anni di inutili petizioni, sono costretto a prendere una via che non vorrei”. E ancora: “Io chiedo giustizia, ma non c’è giustizia; sciacalli e lupi sono ovunque nel distretto Linchuan a Fuzhou”.

E infine: “Devo imparare da Dong Cunrui [un soldato dell’esercito comunista cinese che nel 1948 ha fatto esplodere un bunker con una bomba artigianale, spesso ricordato come esempio, ndr] e spero di poter ricevere attenzione e sostegno pubblico”.

Dopo le esplosioni, in meno di due giorni i visitatori del suo microblog sono passati da 2mila a 32mila, fino a che ieri è stato cancellato.

In Cina a causa della corruzione degli uffici governativi, della giustizia, e dei politici, e a causa dell’ampliarsi dell’abisso fra ricchi e poveri sono in crescita scioperi, scontro con la polizia, rivolte, che i documenti ufficiali definiscono “incidenti di massa”. Secondo accademici cinesi, dal 2006 al 2010 gli “incidenti di massa” sono raddoppiati, giungendo a 180 mila all’anno.

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