14/05/2007, 00.00
RUSSIA - ASIA CENTRALE
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Putin rinsalda il controllo sull’energia dell’Asia centrale

Russia, Kazakistan e Turkmenistan concordano un nuovo gasdotto per portare il gas turkmeno in Russia. Deluse le speranze europee di un gasdotto sotto il Mar Caspio. Il presidente turkmeno assicura che, comunque, studia anche altre via. Esperti: è la Cina il vero antagonista della Russia nella zona.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Un nuovo gasdotto a nord del Mar Caspio porterà il gas dal Turkmenistan in Russia attraverso il Kazakistan. Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’accordo dopo un incontro nella città portuale di Turkmenbashi con gli altri due leader. Ieri Putin è volato al porto kazako di Aktau sul Mar Caspio per ulteriori colloqui con il presidente Nursultan Nazarbayev. Domani rientrerà a Mosca.

L’annuncio è giunto il 12 maggio dopo due giorni di colloqui. Un trionfante Putin ha detto che l’accordo ufficiale sarà siglato entro settembre (si parla di luglio) per iniziare i lavori entro un anno e che “il gasdotto potrà trasportare 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno”. I tre leader hanno anche deciso di aumentare a 90 miliardi di mc annui la capacità di un gasdotto esistente che attraversa Kazakistan e Uzbekistan.

Mosca, soprattutto tramite la ditta statale Gazprom, controlla gli immensi giacimenti di gas del Paese, stimati da alcuni pari a 2,9 trilioni di mc., ma per altri 10 volte tanto. La Gazprom già importa dal Turkmenistan 42 miliardi di mc. di gas l’anno al prezzo di 100 dollari per 1.000 mc. e li rivende poi in Europa a 250 dollari per 1.000 mc. La Russia rinforza così il controllo sull’energia dell’Asia centrale, a danno di Stati Uniti, Unione europea e Cina. L’Ue sperava di realizzare un gasdotto sotto il Mar Caspio attraverso Azerbaigian e Turchia, per ridurre la sua dipendenza energetica da Mosca. Gli altri Stati hanno sperato che il nuovo presidente turkmeno Kurbanguly Berdymukhamedov volesse diversificare la sua politica energetica.

Berdymukhamedov ha comunque detto che “è ancora sul tavolo” lo studio di una via alternativa per il gas sotto il Mar Caspio, anche se analisti evidenziano gli immensi rischi tecnici, legali ed ambientali che rendono il progetto poco conveniente. Inoltre incontrerebbe il veto di Iran e Russia, che si affacciano sul Caspio. Il presidente ha anche promesso di costruire un gasdotto fino alla Cina e ha detto che sta considerando anche le vie verso Afghanistan e India. “Niente paura – ha detto - c’è gas a sufficienza”.

Secondo analisti la Cina appare, al momento, il principale antagonista della Russia nella zona. A fine aprile l’Uzbekistan ha dichiarato che costruirà un gasdotto di 530 chilometri fino in Cina per una capacità di 30 miliardi di mc. annui, circa la metà della produzione stimata del Paese. Tashkent ha venduto alla Gazprom “solo” 9 miliardi di mc. di gas nel 2006 e 13 miliardi nel 2007, nonostante la ditta ne chieda molti di più.

In precedenza il presidente Nazarbayev ha ottenuto un incremento del petrolio trasportato via mare dai giacimenti kazaki di Tengiz fino al porto russo di Novorossiisk sul Mar Nero (oggi pari a 750mili barili al giorno) e di poter partecipare alla costruzione dell’oleodotto (controllato dalla Russia) di 280 chilometri dal porto bulgaro di Burgas sul Mar Nero ad Alexandroupolis in Grecia. (PB)

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