18/04/2011, 00.00
PAKISTAN
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Punjab: liberato il “blasfemo” Arif Masih. Nuovi attacchi contro cristiani a Gujranwala

di Jibran Khan
Il lavoro svolto dalla Masihi Foundation e la testimonianza di 50 persone, in maggioranza musulmani, ha permesso la scarcerazione del 40enne cristiano. Ora vive sotto protezione con la famiglia, nel timore di nuovi attacchi. Ieri una folla di estremisti a Gujranwala ha interrotto le celebrazioni della domenica delle palme. In risposta, la polizia arresta i cristiani.
Lahore (AsiaNews) – Arif Masih, 40enne cristiano arrestato il 5 aprile scorso dietro false accuse di blasfemia, è stato rilasciato la scorsa notte. La polizia lo ha prosciolto dall’accusa di aver strappato il Corano – formulata da Shahid Yousaf, un musulmano vicino di casa – grazie allo sforzo compiuto dagli attivisti della Masihi Foundation, che ne hanno dimostrato l’innocenza. Dall’inizio della vicenda la famiglia del 40enne cristiano è nascosta in una località segreta. L’associazione cristiana – che segue anche il caso di Asia Bibi – lo ha prelevato con una scorta armata e lo ha portato al sicuro in un luogo sconosciuto, nel timore di possibili rappresaglie dei fondamentalisti islamici contrari alla liberazione. Intanto resta alta la tensione a Gujranwala (Punjab), dove ieri le forze dell’ordine hanno arrestato 12 cristiani che protestavano contro l’assalto degli estremisti a un villaggio cristiano. Una folla di musulmani ha danneggiato la locale chiesa e interrotto le funzioni legate alla domenica delle palme.
 
Il 5 aprile scorso Arif Masih, 40enne cristiano originario del villaggio di Chak Jhumra, nella diocesi di Faisalabad, è stato fermato dalla polizia con l’accusa di blasfemia. Egli avrebbe strappato alcune pagine del Corano e scritto lettere di minacce a un gruppo di musulmani, intimando loro di convertirsi al cristianesimo. La denuncia è partita da Shahid Yousaf, un vicino di casa che in passato avrebbe avuto contenziosi di natura legale con il cristiano arrestato. Shahid avrebbe voluto vendicarsi usando la “legge nera” come pretesto.
 
Haroon Barkat, responsabile della Masihi Foundation, rivela ad AsiaNews che l’associazione “ha raccolto 50 testimonianze, la maggior parte di musulmani, che hanno garantito l’innocenza di Arif Masih, descritto come un vicino tranquillo e pacifico”. Gli attivisti hanno inoltre “avviato una campagna di pressione a livello internazionale” e mantenuto “contatti costanti con i vertici del governo del Punjab”. Lo scorso 16 aprile la famiglia di Arif è stata attaccata durante uno spostamento da una folla inferocita, ma “non si sono registrati feriti”. Barkat spiega che l’assalto è stato orchestrato dalla “mafia” locale, che intende impossessarsi dei beni della famiglia cristiana.
 
Il responsabile della Masihi Foundation aggiunge che l’associazione pro diritti umani ha fornito un nascondiglio sicuro alla famiglia di Arif, una scuola per i figli e una somma di denaro per il sostentamento. I timori, spiega Barkat, si concentrano sul 40enne cristiano che, da uomo libero, “può essere ucciso in ogni momento. Per questo abbiamo voluto garantirgli la sicurezza e un riparo”.
 
Intanto resta alta la tensione a Gujranwala (Punjab), dove il 16 aprile centinaia di musulmani hanno attaccato il villaggio cristiano a Khokarki, costringendo alla fuga i suoi abitanti. Ieri sera la polizia ha arrestato 12 cristiani, che protestavano contro le manifestazioni dei fondamentalisti islamici contro Mushtaq Gill e il figlio., accusati di aver profanato il Corano. I manifestanti chiedevano la consegna dei due, per “punirli sulla pubblica piazza” senza aspettare le indagini degli inquirenti e l’iter processuale.
 
La folla ha attaccato una chiesa e interrotto le funzioni legate alla domenica delle palme, scatenando l’ira dei cristiani ancora scossi dall’arresto del 60enne Mushtaq, vice preside del Christian Technical Training Center (Cttc), legato al seminario teologico di Gujranwala, e di suo figlio. Gli agenti hanno fermato il pastore Isaac e un piccolo gruppo di fedeli, 12 persone in tutto, che manifestavano in modo pacifico contro l’assalto alla chiesa. Fonti cristiane rivelano che la polizia “è collusa con gli ambienti estremisti” e che “il pastore Isaac è riuscito a sfuggire alla cattura”. Al momento non si hanno dichiarazioni ufficiali sulla vicenda da parte delle forze del’ordine.
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