Procura saudita: Il corpo di Khashoggi è stato ‘ segmentato’. Assolto l’erede al trono
Shalaan Al Shalaan rivela la nuova versione dell'assassinio e accusa cinque persone dell’intelligence, che rischiano la condanna a morte. Un commando aveva solo il compito di “negoziare” il ritorno di Khashoggi in patria. Ma poi è stato dato l’ordine di ucciderlo e farlo a pezzi. Insoddisfatto il ministro turco degli esteri.
Riyadh (AsiaNews) – Il vice procuratore capo dell’Arabia Saudita, Shalaan Al Shalaan (v. foto) ha dato una nuova versione dell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, ucciso oltre un mese fa nel consolato saudita di Istanbul. Fino ad ora, molti sospetti sulla sua morte ricadono sul principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs).
In base ai risultati delle indagini saudite, la responsabilità ricade su 5 delle 15 persone coinvolte, arrivate un giorno prima e partiti lo stesso giorno dell’omicidio. I cinque ritenuti responsabili potrebbero subire la condanna a morte “azzittendo per sempre testimoni importanti” come dicono alcuni media.
Per Shalaan Al Shalaan il responsabile è “il vice dell’ex-capo dei servizi segreti generali”, che aveva ricevuto “ordini di far rientrare Khashoggi, in modo volontario o coercitivo in Arabia Saudita”. Il capo della missione avrebbe “dato l’ordine di uccidere Khashoggi nel caso avesse rifiutato di adempiere all’ordine di rimpatrio in Arabia Saudita”. Il giornalista sarebbe deceduto in seguito ad una collutazione. Dopo essere stato legato, gli è stata iniettata una sostanza stupefacente che ha causato la sua morte”. Il corpo della vittima è stato poi fatto a pezzi per essere eliminato.
Il testo giuridico saudita ricorre ad un termine più soffice, “segmentata”: le “indagini hanno dimostrato che il cadavere di Khashoggi è stato consegnato ad un collaboratore di Istanbul, dopo averla segmentata”. Da oltre un mese Ankara chiede invano a Riyadh di rivelare l’identità di questo collaboratore. Al Shalaan ha garantito che “siamo riusciti a fare un identikit del collaboratore che verrà consegnata alla parte turca”. In ogni caso, egli ha precisato: “Il principe [Mbs] non aveva alcuna conoscenza di questo”.
L’iniezione è una novità ed è un’ennesima contraddizione nelle versioni saudite offerte finora. In precedenza si parlava di “strangolamento”; anche le registrazioni audio, secondo quanto trapelato dalla stampa turca, riferiscono che le presunte ultime parole pronunciate da Khashoggi sono state: “Sto soffocando”.
Ancora prima vi è la versione del diniego, quando Riyadh ha affermato che Khashoggi era uscito vivo dal consolato. A riprova essa ha fatto circolare un video con un sosia del giornalista che esce dall’edificio. Il fatto curioso è che quel video è l’unica ripresa registrata dalle telecamere del consolato e salvata, anche se ieri la procura saudita ha di nuovo affermato che “tutte le registrazioni di video-sorveglianza sono state cancellate da una sola persona”.
Insieme all’erede al trono (Mbs), la Procura saudita assolve il suo uomo di fiducia Saud Al Kahtani ed il capo dei servizi segreti Ahmad Al Osseiri. La nuova versione afferma infatti, che 15 membri di alto grado della sicurezza saudita sono stati inviati “per negoziare” con un giornalista ad Istanbul a bordo di voli privati. Ma non si dice nulla sul fatto che “per negoziare”, nella delegazione erano inclusi un sosia della vittima, un medico legale, armato di sega per le ossa, ed esperti di veleni e di chimica.
Immediata la replica turca. Il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu ha detto che la nuova versione saudita è “insoddisfacente”. Un articolo apparso sul quotidiano Hurriyet sottolinea il carattere premeditato dell’assassinio. Il quotidiano turco ha anche annunciato essere in possesso di una registrazione di 15 minuti che conferma questo aspetto.
A quanto pare, la registrazione audio contiene la conversazione fra i 15 membri dell’intelligence e della sicurezza saudita, in cui, prima dell’arrivo della vittima, ognuno ripete ciò che egli deve compiere per l’assassinio. La registrazione comprende anche telefonate all’estero fatte dai membri del commando durante e dopo l’omicidio. Oltre a registrazione di telefonate fatte con personalità all’estero.
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