15/09/2020, 11.56
CINA-VATICANO
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Prete del ‘basso clero’: L’entusiasmo per l’accordo sino-vaticano è mal riposto

di Francis Hu

Per p. Francis Hu, sacerdote della Cina centrale, gli “esperti” che festeggiano l’accordo non conoscono la reale situazione della Cina e della Chiesa. Da quando l’accordo è stato firmato, è stata bloccata la vendita di materiale cristiano su internet; chiese e croci continuano ad essere distrutte; ai minori è proibito entrare in chiesa o ricevere istruzione religiosa. L’accordo rischia di essere solo un gesto politico, che non ha rilevanza per i cattolici in Cina.

Xian (AsiaNews) – “Da quando è stato firmato l’Accordo sino-vaticano, la situazione della Chiesa in Cina si è deteriorata e lo spazio di sopravvivenza della Chiesa si è ristretto”: è il giudizio di p. Francis Hu, sacerdote della Cina centrale, che si definisce un prete del “basso clero” lavorando in una delle zone più povere del Paese. P. Francis, che appartiene alla Chiesa ufficiale, critica anche “i cosiddetti esperti della Chiesa in Cina” che “saltano di gioia” per l’accordo, ma non conoscono “la vita reale della Chiesa”. Il sacerdote accusa anche “alcuni vescovi e sacerdoti” cinesi (anonimi) che arrivano a conclusioni positive senza permettere “ai loro fratelli e sorelle di esprimere i loro veri pensieri in profondità”. L’amara conclusione è che se da una parte è sperabile un rapporto fra Pechino e il Vaticano, non lo si può fare “con il sacrificio della comunità ecclesiale e dei cristiani”. Il tutto si ridurrebbe solo a una mossa politica, “senza alcuna rilevanza per i cattolici cinesi”. Ecco quanto egli dice.

 

Nei tre mesi da giugno ad agosto di quest’anno, quattro vescovi sotterranei della Chiesa cinese sono stati installati in modo ufficiale con cerimonie molto sobrie. Questo ha subito fatto vedere la luce per il rinnovo dell’accordo sino-vaticano che sta per scadere. A un tratto, quei pochi che si definiscono esperti della Chiesa cinese sono saltati di gioia, vedendo già lo stabilirsi delle relazioni diplomatiche fra Cina e Vaticano. Alcuni vescovi e preti locali – che restano nell’anonimato – hanno fatto loro eco: Fin dalla firma dell’accordo sino-vaticano, si sono avuti progressi soddisfacenti nelle nomine dei vescovi, nell’installazione pubblica di vescovi sotterranei e nella cooperazione e nella lotta contro la pandemia. Essi non hanno nemmeno permesso ai loro fratelli e sorelle di esprimere i loro veri pensieri in profondità. In effetti, la maggioranza dei membri della Chiesa in Cina ha risposto il modo mediocre alla cosiddetta collaborazione di cui quelli sono così orgogliosi. La lotta contro la pandemia, che richiede la cooperazione di tutta l’umanità, senza riguardo alla religione o alla nazionalità, o l’istallazione di quei vescovi sotterranei…: la maggior parte dei cattolici cinesi non sa nemmeno cosa stia succedendo. Perfino i fedeli delle parrocchie non sanno di cosa parlare e celebrare perché non conoscono cosa significhi.

La vasta maggioranza dei cattolici in Cina cosa conosce e cosa sperimenta?

Da quando l’accordo sino-vaticano è stato firmato, essi hanno sperimentato che la situazione della Chiesa in Cina si è deteriorata e lo spazio di sopravvivenza della Chiesa si è ristretto.

1. La vendita su internet di libri legati al cristianesimo, specie la Bibbia, è proibita. Altro materiale legato al cristianesimo, come foto, dipinti, strumenti sta diventando sempre più raro da trovare su internet.

2. La demolizione di chiese e croci, che continua senza sosta dopo la firma dell’accordo, è qualcosa che la vasta maggioranza dei cattolici in Cina sperimenta e sente profondamente.

3. Agli adolescenti è vietato entrare in chiesa; è vietato tenere studi di catechismo per loro; alcuni luoghi hanno perfino diramato ordini che in scuole e luoghi di lavoro non si faccia alcuna menzione del cristianesimo.

4. L’attività missionaria normale è non solo severamente ristretta, ma viene ostacolata in ogni momento e in ogni luogo, bollandoli come [luoghi] illegali; come attività illegali; perfino minacciando la chiusura in nome della mancanza di sicurezza.

Sono questi i profondi sentimenti ed esperienze della Chiesa cinese da quando l’accordo sino-vaticano è stato firmato.

Voi stranieri, cosiddetti esperti della Chiesa cinese, che non avete davvero vissuto in Cina e nella Chiesa in Cina, e vi esaltate all’estero, non rappresentate la Chiesa cinese e la vasta maggioranza dei suoi membri. Perché noi cattolici cinesi sentiamo e vediamo in un modo totalmente differente da voi. Sono passati più di 40 anni da quando voi avete sempre sostenuto il “dialogo”, ma noi non riusciamo a vedere alcun progresso raggiunto con il dialogo, e invece vediamo la situazione di Hong Kong oggi.

Certo, noi possiamo capire il vostro comportamento, come quello di alcuni vescovi e sacerdoti locali che stanno festeggiando con voi, perché al di là delle relazioni fra Cina e Vaticano, tutto quello che potete fare è solo festeggiare. Ma con le vostre grida di entusiasmo potete solo parlare per voi.

Naturalmente, non vi è alcun cattolico in Cina che non speri per un miglioramento delle relazioni sino-vaticano al più presto e spesso preghiamo per questo. Noi sosteniamo anche in modo assoluto lo spirito di apertura e dialogo del Concilio Vaticano II. Ma se il prezzo del miglioramento delle relazioni sino-vaticane sono il sacrificio della comunità ecclesiale e dei cristiani (vescovi, sacerdoti e laici), allora questo è solo un contenuto politico, senza alcuna rilevanza per i cattolici cinesi.

 

In occasione della scadenza dell'accordo sino-vaticano sulle nomine dei vescovi e del suo probabile rinnovo, AsiaNews rende disponibile il dossier "L'Accordo Cina-Vaticano due anni dopo", con articoli e testimonianze esclusive.

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