02/09/2014, 00.00
COREA DEL NORD - USA
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Pressioni sugli Usa con l'esibizione di tre americani prigionieri di Pyongyang

Il regime guidato da Kim Jong-un ha concesso alla Cnn di intervistare e mandare in onda gli appelli di Kenneth Bae, Jeffrey Fowle e Matthew Miller: il primo è stato condannato a 15 anni di lavori forzati, gli altri sono in attesa di giudizio. Da tempo il governo del Nord usa i detenuti stranieri come merce di scambio per ottenere aiuti materiali e denaro contante.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Il rilascio dei tre cittadini americani detenuti da diversi mesi nelle carceri della Corea del Nord è una "priorità assoluta" per l'amministrazione degli Stati Uniti. Lo ha dichiarato la Casa Bianca in un comunicato rilasciato dopo l'appello televisivo dei propri concittadini trasmesso dalla Cnn. Il governo di Pyongyang ha infatti permesso a una troupe del canale televisivo e a un giornalista dell'Associated Press di incontrare in un albergo i carcerati: tutti hanno ammesso le proprie colpe e chiesto il "perdono" del regime.

Kenneth Bae, 46 anni, è nelle mani del governo della Corea del Nord dal 2012 e al momento è relegato in un campo di lavoro alla periferia di Pyongyang, condannato a 15 anni di lavori forzati per "attività anti-statali"; Jeffrey Fowle (56 anni) e Matthew Miller (24 anni) sono accusati di "aver violato la legge nazionale" ma sono ancora in attesa di processo. Il primo sarebbe un missionario cristiano, il secondo avrebbe lasciato una Bibbia in un nightclub mentre il terzo avrebbe chiesto "asilo" al regime.

Il governo guidato da Kim Jong-un usa da molti anni i detenuti stranieri per ottenere benefici materiali dai governi di appartenenza: spesso aiuti umanitari o persino denaro contante. In alcuni casi passati, Pyongyang ha preteso che fossero alte figure dell'amministrazione americana a recarsi personalmente nel Paese per negoziare la liberazione: fra queste anche l'ex presidente Bill Clinton. Fino a oggi Washington aveva proposto in diverse occasioni di inviare a trattare Robert King - il proprio inviato speciale per la Corea del Nord - ma l'offerta è sempre stata rifiutata.

I tre detenuti hanno parlato con i giornalisti ieri, alla presenza di funzionari del governo. Ognuno di loro è stato intervistato per cinque minuti in una stanza diversa di un albergo della capitale. Tutti e tre hanno chiesto al proprio governo di fare "un appello diretto" per il rilascio. Kenneth Bae ha chiarito di aver subito diversi ricoveri per problemi medici: "L'unica speranza che ho è che arrivi qualcuno dagli Usa - ha detto - ma fino a oggi non ci sono state risposte". 

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