17/05/2018, 08.54
ISLAM
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Preghiere e digiuno, i musulmani celebrano l’inizio del Ramadan

Esperti sauditi ostacolati dal maltempo nell’avvistamento della luna nuova. Negli Emirati ridotte le ore lavorative. Le autorità diramano un allerta per incidenti, stradali e domestici. Graziati circa 1000 prigionieri. Compagnie aeree della regione mediorientale offrono pasti dedicati post-digiuno. 

 

Beirut (AsiaNews) - I musulmani nel mondo celebrano oggi il primo giorno di Ramadan, il tradizionale periodo dell’anno che l’islam dedica al digiuno e alla preghiera. Dopo aver consultato il calendario e osservato - con difficoltà a causa del maltempo - il sorgere della luna nuova in cielo, esperti e studiosi sauditi hanno dichiarato che il mese sacro ha inizio il 17 maggio a Riyadh e in diverse altre nazioni del mondo, arabe e non. Fra le altre vi sono: Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait, Qatar, Oman, Yemen, Giordania, Iraq, Palestina, Egitto, Sudan, Tunisia, Siria, Turchia, Indonesia, Malaysia, Russia, Australia, Singapore, Giappone, Francia e India.

Fra i pochi Paesi ad anticipare l’inizio del Ramadan vi è il Ghana. Il più autorevole imam del Paese africano, Sheikh Usman Nuhu Sharubutu, ha invitato i fedeli a iniziare già ieri il periodo di digiuno e preghiera. In alcune zone del continente - Somalia, Kenia e Nigeria su tutte - l’allerta è ai massimi livelli per il timore di attacchi terroristi. 

Per circa un mese i fedeli si astengono dal mangiare e dal bere dall’alba al tramonto; proibiti anche il fumo e i rapporti sessuali. L’iftar, che rompe il digiuno, è il pasto principale nell’arco delle 24 ore e si consuma la sera. Secondo la tradizione in questo mese Dio ha rivelato il Corano al profeta Maometto. Il Ramadan si concluderà la sera del 14 giugno con la grande festa di Eid al-Fitr, contraddistinta da celebrazioni e sontuosi banchetti.

Il periodo di digiuno e preghiera si apre con l’avvistamento del primo scorcio di luna nuova, che può variare da nazione a nazione. Esso è uno dei cinque pilastri (doveri) dell’islam insieme al pellegrinaggio alla Mecca, alla preghiera canonica, alla testimonianza di fede e al versamento dell’elemosina. La sua istituzione risale al secondo anno dalla “egira” (622 d.C.), in corrispondenza con la fuga di Maometto dalla Mecca all’oasi di Yathrib (Medina). 

Ogni persona che ha superato la pubertà ed è sana di mente e corpo deve seguire il precetto. La tradizione vuole che il digiuno cominci nel momento in cui si riesce a distinguere un filo bianco da un filo nero. Nei villaggi e nelle città esso è annunciato dal muezzin che chiama tutti alla preghiera.

Il mese sacro negli ultimi anni ha evidenziato elementi che poco hanno a che fare con la fede, quanto piuttosto con il commercio e il business, con spinte pubblicitarie ad acquisti e a spendere serate in hotel lussuosi. Negli Emirati vengono ridotte le ore lavorative, per lenire le fatiche delle persone provate dal digiuno. Inoltre, le autorità hanno rivolto un monito ai guidatori, spiegando che il digiuno può provocare irritabilità e mancanza di concentrazione. Le autorità sanitarie hanno diramato in questi giorni un’allerta, invitando i cittadini alla prudenza: in questo periodo si registra un picco di incidenti stradali, domestici, infortuni. 

In tema di cibo e alimentazione emergono cattive abitudini che finiscono per intaccare la salute delle persone. Fra le iniziative a metà fra il marketing e l’afflato religioso vi è quella della Qatar Airways, che ha deciso di allestire un cestino Iftar per i passeggeri a bordo dei propri voli. Le “Ramadan Kareem” saranno offerte sui voli per il Medio oriente, il Pakistan, Bangladesh, India e Africa: all’interno datteri, pane arabo, laban, dolci arabi e noci miste. Cibi speciali - e previsti per tutte le classi di cabina - sono previsti anche da Fly Emirates e FlyDubai. 

Infine, il vicepresidente degli Eau ed emiro di Dubai Mohammed bin Rashid Al Maktoum ha ordinato il rilascio di quasi 1000 prigionieri, nel contesto di una grazia concessa proprio per celebrare il Ramadan. L’obiettivo è quello di “favorire l’inserimento in società” e restituire “gioia alle loro famiglie”.

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